Il recente decreto sulla manovra di bilancio, confezionata dal governo con numerose novità previdenziali per il 2012, non esenta gli ambiti ecclesiastici e sfiora, in particolare, i sacerdoti assicurati e pensionati del Fondo Inps per il clero. Il blocco annunciato dell'adeguamento annuale sulle pensioni che superano un importo di 1.428 euro mensili (ma è stato proposto di elevarlo a 2.380 euro) è motivo di comprensibili timori anche per i 15mila sacerdoti pensionati del Fondo. Tuttavia l'effettiva portata di questa disposizione si conoscerà solo con la legge di conversione del decreto, prevista fra poche settimane.
Una simulazione del blocco sugli assegni sacerdotali porta però ad interessanti risultati. È il caso di un sacerdote in servizio che, avendo raggiunto i 40 anni di versamenti e un'età di 65 anni, matura la pensione di vecchiaia. La rendita viene così liquidata dall'Inps secondo le norme di categoria: una quota, pari al trattamento minimo delle pensioni degli altri lavoratori, più un "supplemento", pari all'importo fisso di 5,39 euro per ogni anno versato oltre il minimo di contribuzione, minimo che dal prossimo gennaio sarà di 19 anni. Si possono ipotizzare, per difetto, rispettivamente un trattamento minimo di 478 euro ed un supplemento di 113 euro (pari al prodotto di un importo fisso di 5,40 euro per 21 anni versati oltre il minimo contributivo). La pensione massima di un sacerdote non supererà quindi i 581 euro lordi, ben al di sotto degli importi sui quali inciderà il blocco degli adeguamenti.
Bititolari. Ma cosa accade per chi ha due pensioni? È una situazione che interessa due terzi dei pensionati nel Fondo, avendo potuto maturare anche una pensione dell'Inpdap (come docenti di religione, cappellani militari ecc.) oppure un'altra pensione Inps (come cappellani delle carceri, lavoratori dipendenti o del commercio ecc.).
Per legge, la normale rivalutazione annuale delle pensioni si applica sui singoli assegni e non sull'importo cumulato. Anche il blocco degli adeguamenti sarà applicato pensione per pensione. Accadrà quindi che la seconda pensione potrà essere soggetta al blocco, mentre sarà intera la rivalutazione della pensione ministeriale.
Tuttavia per i sacerdoti con due pensioni le norme del Fondo prevedono (solo per principio) la riduzione secca di un terzo della pensione sacerdotale. Di conseguenza i pensionati di importo medio-alto potranno subire il doppio svantaggio del blocco della rivalutazione e della riduzione secca della pensione del Fondo.
Questa eventualità è sconosciuta ai pensionati di qualsiasi altra gestione previdenziale. Fuori del Fondo, qualsiasi riduzione degli assegni pensionistici (oltre ad essere ipotesi ad esaurimento) è strettamente proporzionata alle condizioni economiche del titolare. Il blocco della rivalutazione del 2012 accentua pertanto la disparità di trattamento patita dai sacerdoti in una condizione che, a parere di diversi esperti, è palesemente incostituzionale.
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