Chi, attraversando l’arida Samaria, giunge alle pendici del Carmelo s’impatta con la bellezza verdeggiante di un monte che è promessa di acqua e fertilità, per una terra che si dibatte fra il deserto roccioso e il mare. Nella Bibbia il Carmelo è immagine di una bellezza femminile prorompente e pura, come attesta il Cantico dei Cantici:«Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come la porpora». I toni della porpora dominano una tela del barocco sud americano dedicata alla Virgen del Cerro. La Madonna della montagna, che nella tradizione europea si lega spontaneamente alla Vergine del Carmelo, è legata, presso il popolo andino, all'archetipo della Grande Madre. El cerro del Potosí, celebre cima della Bolivia, ben prima dell'arrivo degli europei era venerato come la Reina, la regina di tutti i monti. Un tale culto si fuse spontaneamente a quello della Vergine la quale, avendo portato in sé il Salvatore, è regina di tutte le Madri. Nasce così l’iconografia della Virgen del Cerro: dalla sommità del monte sbucano il volto di Maria e le sue mani aperte, in atto di ricevere e subito donare. Questa forma “montana” di Maria si ritrova in altre Madonna della regione andina, come la Virgen de Pomata, dove il caratteristico abito (dalmatica o piviale) viene ad assumere la forma di un monte. Fu proprio attorno al XVI secolo, che invalse l’uso di rivestire in tal modo le statuette della Vergine Maria (ad es. a Loreto).
Un esemplare del XVIII secolo, realizzato dalla Scuola Cuzqueňa (quindi peruviana), offre l’immagine di Maria che, come santa Montagna, offre il suo frutto più prezioso: il Re del Cielo. Le mani della Madonna, una delle quali con il palmo aperto, reggono un rosario rosso fuoco, come i cuori di coloro che la venerano. Lo sguardo della Vergine di Pomata è rivolto al Figlio, mentre questi guarda noi, quasi rassicurandoci circa la potente intercessione della Madre.La Virgen del Cerro, invece, rivolge occhi e orecchio, (ben visibile per l’orecchino a forma di rosario) alla Trinità. Come la cima del monte è rivolta verso il Cielo, così il cuore della Vergine è rivolto verso l'Altissimo. Come la montagna è bagnata dalle acque del Cielo che convoglia nelle valli fecondandole, così Maria riceve da Dio le grazie da distribuire ai fedeli a lei affidati. Una serie di personaggi, su scale differenti popolano la scena. Troviamo Papa Paolo III e re Carlo V, segni del potere spirituale e temporale, e ai lati i donatori. Su scala ridotta, lungo le pendici del monte, vediamo gli indigeni che scoprono giacimenti d’argento, il re Inca, fondatore di Potosí, e i conquistatori spagnoli che acclamano la regina del Cielo. L'opera narra l’integrazione avvenuta fra popoli diversi grazie alla fede. Come in Messico (con la Guadalupe), anche qui Maria forgia una nuova cultura ed è strumento di comunione fra i popoli. In un’epoca di scontro fra civiltà affidiamoci alla Vergine del Monte: lei ci aiuterà a entrare in quel connubio fra umano e divino che allontana il devozionismo e genera una fede capace di cultura.
Immagini:Anonimo. Virgen del Cerro (Madonna del Monte), Olio su tela, 72 × 92 cm. 1701 – 1800 Museo Nazionale d'Arte (La Paz, Bolivia)Anonimo Escuela Cuzqueňa. Virgen del Rosario de Pomata. Olio su tela, 163 x 110 cm XVIII sec. Museo di Arte Coloniale, Bogotà (Colombia).
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