È una Madre degli afflitti quella dipinta da William-Adolphe Bouguereau nel 1875 e custodita nel Musées de la Ville di Strasburgo, ma da tutti è chiamata Madre della consolazione. La teatralità dei gesti, tipica della corrente pittorica dell'accademismo, non corrisponde pienamente ai gusti e alla sensibilità dell'uomo contemporaneo, così questa Vergine dolorosa potrà sembrare fin troppo ieratica e distante dalla madre che, affranta, riposa sulle sue ginocchia. Allo stesso modo la tensione delle braccia della madre tese verso il figlioletto esamine, abbandonato ai piedi di Maria, apparirà troppo innaturale. Eppure, a ben guardare, è proprio nella gestualità delle tre figure che viene a tracciarsi una sorta di grande spirale del dolore e della fede. La morte dell'innocente ci coinvolge per quel corpicino spinto oltre i gradini, con il piedino sinistro quasi fuori dalla tela. Braccia e gambe del piccolo paiono misurare tutta la larghezza del dolore, tutta l'ampiezza dello scandalo: la morte prematura di un innocente stroncato dal male. Anche la madre del bimbo esprime la profondità del dramma, protendendosi fuori dal trono della Vergine e allungando le braccia, con le mani stette in preghiera verso il figlio. Il biancore della carne dei due, il primo per la condizione mortale e il secondo per il pallore dello strazio, contrasta col bell'incarnato di Maria. La Madonna siede su un trono alle cui spalle si disegna la croce. È una croce gemmata, segno del trionfo della gloria di Cristo sul dolore e sulla morte, al cui centro è riprodotto un clipeo con l'Agnello immolato che siede sul libro sigillato della storia. Non possiamo fare a meno, guardando l'opera, di immedesimarci nel dolore di questa donna. Personalmente non posso fare a meno di pensare alla richiesta di papa Francesco circa l'istituzione di una giornata di preghiera per le vittime degli abusi sessuali. I parlatori delle monache sono come confessionali: si ascoltano migliaia di storie che rendono più acuto il giudizio, più chiara la causa di alcune tragedie moderne. Ci sono tanti modi di morire oggi e, se perdere un figlio prematuramente è certo uno dei dolori più grandi, non meno inconsolabile è il dramma di chi scopre il figlio minorenne violato da parte di adulti, non di rado congiunti della vittima stessa, o uomini religiosi. L'opera di Bouguereau pare proprio il manifesto di una preghiera che sale al Cielo per implorare la consolazione di fronte alla profanazione dei bambini, della loro innocenza, della speranza che è riposta in loro. Impressiona il trono di marmo sopra il quale siede Maria, così freddo rispetto al caldo oro del pannello retrostante. Pare la sede di un giudizio, quel giudizio che talora le istituzioni omettono di dare. I piccoli oggi sono i veri dimenticati; dal concepimento all'adolescenza essi non sono tutelati, anzi. Vi sono leggi (e nuove se ne producono) che implicano un costume licenzioso e lassista, lasciando che lo scempio dei bambini continui indisturbato, spesso anche dentro le pareti domestiche. Davvero, come chiede il Santo Padre, occorre, con la Vergine dolorosa di Bouguereau, levare le mani al Cielo e implorare all'Agnello immolato l'aiuto. Possa Egli sciogliere quei sigilli della storia che sembrano essere ancora in mano al mistero dell'iniquità e liberarci dal male.
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