sabato 18 agosto 2012
   De Gasperi dove sei? Di nuovo il tuo nome compare sui quotidiani come garanzia di serietà in vista di nuovi movimenti politici che potrebbero avere un futuro nelle prossime elezioni. Quante volte ho sentito dire soprattutto da gente semplice, che non ti ha mai conosciuto, ma di te ha solo sentito parlare: «Se ci fosse ancora De Gasperi». È la nostalgia di uomini che hanno servito il Paese senza averne compenso personale. È il desiderio di serietà, di quella che noi stessi abbiamo troppo spesso dimenticato, ma che vorremmo vedere in chi ci governa e conduce le sorti della nostra vita civile. È il ricordo della tua capacità di operare con umiltà personale senza dimenticare mai la dignità di uomo di Stato. È il bisogno di credere che ci siano ancora uomini di fede, in un’umanità migliore, e a questo scopo abbiano votato la loro vita. In un piccolo volume, presto dimenticato, dal titolo Mio caro padre ho cercato di chiederti cosa c’era nel fondo della tua anima, di cosa fosse ricco il tuo spirito, in una parola di cosa vivevi. Ho lavorato per anni sulle tue carte, ma altro è copiare le tue parole e altro lasciarsi coinvolgere nella tua tempesta. Così infatti ho visto l’anima tua in mezzo ad un mare da vincere, una vita da salvare per te e per gli altri e mi sono chiesta la ragione di tanta fatica. Perché non lasciarsi andare, scivolare, perché non cedere alla stanchezza, alla delusione, perché affrontare la sofferenza, la povertà pur di non tradire. Ho cercato fra le tue pagine la risposta alla tua fiducia contro ogni evidenza, a quel resistere anche alla sconfitta e alle delusioni. Ho trovato una sola ragione, una sola parola che poco si vede nel mondo della politica: amore. L’amore per il prossimo anche contro ogni logica, amore per la verità, per il bene comune, per la giustizia, per la lealtà. Rispetto per le idee degli altri anche se diverse dalle proprie quando fossero risultato di una fede sincera. La stima che tu avevi per ogni essere umano, sia diretta e personale, come verso persone sconosciute era fondata sulla fede che ogni uomo è comunque creatura di Dio, per cui non ti hanno mai sentito condannare nessuno e nei tuoi giudizi hai sempre usato la carità. Non giudicavi l’avversario della tua azione politica come unico responsabile delle sue azioni, ma le idee nelle quali credeva che non sempre lasciavano spazio alla libertà di una opinione personale. Avevi cercato di ricostruire all’Italia un volto pulito, una nuova dignità e preparato un futuro che poteva essere sereno. Avevi operato con la buona coscienza chiedendo di essere ricordato come un uomo onesto. Il principio cristiano della carità fu da te assolto per il tuo continuo donare i tuoi giorni e i tuoi anni, senza mai gettarne via uno, senza mai pensare solo a te stesso e chi ti chiese aiuto non ti trovò mai stanco. Chi oggi vuole mettere il tuo nome avanti al proprio programma dovrà anche poter scrivere, come tu avevi fatto, le parole della Bibbia: «Abbandona a Dio la cura di te, Egli ti manterrà; non lascerà in eterno vacillare il giusto».
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