L'incontro di fede non è uguale per tutti, né avviene con gli stessi tempi in tutti i cuori. Si danno stagioni differenti, percorsi lenti e domande per le quali non abbiamo risposta. Questa, per esempio: "Come comprendere che la fede sia un dono offerto ad alcuni senza essere dato ad altri?". Conosciamo tutti persone straordinarie che non sono credenti. Ma perché? Che cos'ho io di più o di meno per avere o non avere la fede? La fede è un dono che non si spiega. È un mistero. L'unica cosa che sappiamo è che Dio è vicino a tutti. Ma il modo con cui ci rapportiamo con questa prossimità di Dio è frutto di ragioni che dipendono da noi e da altre che ci superano. In tal senso, vivere la fede non può essere che un esercizio di umiltà e di distacco. La fede non ci appartiene. La fede non è un nostro diritto. Ci attraversa come una realtà che ci abita e trasforma, ma che non è davvero nostra. Abbiamo forse bisogno di capire che avere fede non ci allontana da nessuno, né ci rende superiori. Abbiamo forse bisogno di intendere la fede come servizio. È sempre al posto di altri e in vece di altri che crediamo, poiché anche chi non crede è chiamato a questo incontro. Dio si trova ben al di là delle rappresentazioni provvisorie cui noi perveniamo.
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