Non sono mai stato quello che comunemente si definisce un mangione. Anche da adolescente, e poi da ragazzo, non ero di quelli che, in preda a raptus improvvisi, aprivano il frigo e lo svuotavano. L’unico alimento con il quale ho sempre esagerato è la frutta, che ho consumato in quantità industriali. Nessuna preferenza particolare: andava bene tutto. Ma per il resto sono stato in genere piuttosto sobrio. Colpa anche di una digestione spesso complessa, se non difficile, con molte cose pronte a piazzarmisi sullo stomaco appena ingerite, e per lungo tempo. Un pranzo di nozze, ma molto più semplicemente anche casalingo per qualche ricorrenza, mi mandavano in crisi nera. E se andavo fuori a cena un pasto completo era impensabile. Anche per questo, quando otto anni fa mi fu scoperto il diabete – perché non mi faccio mancare niente... – mettermi a dieta non fu poi così difficile. Il risultato fu che in brevissimo tempo persi tutto il sovrappeso, la glicemia tornò perfettamente sotto controllo, e finii per diventare quasi frugale. Almeno nel senso che, a farmi sentire sazio, davvero bastava un niente.
Poi è arrivata la Sla. Una delle prime cose che ha fatto è stata mandarmi sottopeso, almeno rispetto alla mia conformazione fisica. Sessanta chili. «Mi raccomando – mi disse il professor Sabatelli dopo la diagnosi –, cerchi di non perdere peso». Perdere peso? Io non ho mai capito – e nessuno in questi anni è stato capace di darmi una spiegazione – come mai da quel momento esatto ho sviluppato una fame feroce, quasi irragionevole, sicuramente immotivata. Fosse per me mangerei ininterrottamente dalla mattina alla sera, e da questo punto di vista è una fortuna – se così la si vuole definire – il fatto che non sia autonomo, altrimenti sarebbe una razzìa continua. E non solo: insieme a questa fame esagerata, sembra che anche la digestione si sia rimessa a posto. Pesantezza, bruciori, gastrite... Tutto un ricordo lontano. Potrei mangiare un’incudine senza problemi, almeno la sensazione è questa. Come sia possibile, lo ripeto, è un mistero. E a suo modo anche un problema. Adesso, rispetto a prima, mi concedo qualche stravizio in più, o anche più di qualcuno, ma la glicemia è sempre sotto controllo. E non ho perso neppure un etto negli ultimi anni. Misteri.
(35 – Avvenire.it/rubriche/Slalom)
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