Nel corso della sua undicesima catechesi sulla vecchiaia, all'Udienza generale di mercoledì 25 maggio, papa Francesco non ha perso l'occasione per stigmatizzare, ancora una volta, le fake-news, collocandole – assieme alle superstizioni collettive e alle verità pseudo-scientifiche – tra le «stregonerie della vita» dalle quali gli anziani potrebbero difenderci ( bit.ly/3lLCxTu ). La sera prima il collega padovano Andrea Canton aveva dedicato, su Facebook, un lungo e apprezzato post ad analizzare criticamente una notizia falsa che, di per sé, «non cambia niente per la vita di tutti i giorni», ma che, proprio per questo, può ben aiutarci ad alzare la guardia sui meccanismi, pur noti, che in Rete trasformano in “vera” una notizia “fake”. Che in questo caso non è neppure nuova: si tratta infatti del “matrimonio” di suor Cristina Scuccia (vincitrice, nel 2014, di un popolare talent-show). Sono in tanti, sostiene Canton, a darlo per certo, insieme al suo abbandono della vita religiosa; ma si sono accontentati di un titolo acchiappaclick che, in realtà, alludeva esattamente al contrario, cioè ai voti perpetui emessi da suor Scuccia nel 2019 e a un paio di sue successive interviste. L'inchiesta digitale svolta da Canton ( bit.ly/3NE9Vrq ) è molto puntuale e non ha bisogno di essere qui ripetuta. Il punto è che ci sono siti che, con «aggregazioni di lanci, gossip e frasi fatte», puntano non a informare ma a «intercettare i motori di ricerca, rimbalzare sui social e raggranellare un po' di pubblicità». Ma poi, direbbe papa Francesco, ci siamo noi, che, più o meno anziani, dovremmo comunque avere «saggezza» e «umorismo» a sufficienza per non lasciarci stregare da questi metodi. Effettivamente, scrive l'esperto digitale Gigio Rancilio in un commento al post di Andrea Canton, «senza la nostra complicità siti simili non esisterebbero».
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