venerdì 14 giugno 2013
È forte la tentazione di attribuire alla bresaola la responsabilità del flop azzurro contro Haiti. Anzi, nonsolobresaola: i cuochi della Nazionale hanno accusato anche la mancanza di parmigiano e prosciutto di qualità che si erano portati dall'Italia e i cui container erano stati bloccati in dogana dai sospettosi brasiliani, costringendo i nostri eroi al ricorso a prodotti locali in genere imitati e chiamati parmisan, braseol e prosciuttao. È storia antica: nel '62, ai Mondiali del Cile, fummo letteralmente presi a pedate dal vendicativo attaccante di Santiago Leonel Sanchez, incaricato dai connazionali di farci pagare l'affronto fatto al loro Paese con pesanti critiche a sfondo morale e l'enorme quantita' di viveri “doc” e acqua minerale che ci eravamo prudentemente portati da casa. L'arbitro inglese Aston fece il resto e fummo repentinamente cacciati dal torneo. Così la vigilia della Confederation Cup è stata agitata più dal menù alimentare che dalle difficoltà degli azzurri - per me ovvie - di trovarsi gia' in palla a cospetto degli aspiranti eroi haitiani. Com'era successo nel 1974 - scusate la vichiana abitudine ai corsi e ricorsi storici - quando giocammo con Haiti la prima partita del mondiale, a Monaco di Baviera: avevo appena celebrato la copertina di “Newsweek” dedicata all'imbattibilità di Zoff e lo sconosciuto Sanon - più centometrista che pedatore, stella della squadra di Memo Trevisan - ci perforò e anticipò al mondo (noi esclusi) la debolezza dell'Italia di Rivera, Mazzola, Chinaglia, Riva e Anastasi. Non credo che questo ruolo toccherà domenica al Messico anche se èopportuno far delle riserve sul potenziale azzurro esibito non tanto con Haiti ma a Praga contro la Cekia. La difesa - soprattutto se guidata da Buffon - saprà fare la sua parte almeno fino al match col Brasile, evitando - si spera - una batosta “coreana” con il Giappone di Zaccheroni. L'attacco è troppo sicuro di un exploit di Balotelli ma soffre soprattutto l'enigmatico comportamento di El Shaarawy, incredibilmente messo in discussione anche dal Milan. Il “Faraone” applaudito senza riserve da tutti i tecnici non può essere imbrocchito in pochi mesi e temo che Prandelli dovrà fare uso, per ritrovare la sua Italia, di tanta saggezza e del prezioso Spirito dello Spogliatoio. Nel frattempo, è immancabile il confronto con l'Under 21 di Devis Mangia che ha esordito alla grande con l'Inghilterra, poi 4-0 con Israele, eccitando la critica, infine frenata dalla Norvegia e salvata da Bertolacci (1-1). Domani in semifinale con l'Olanda sapremo se si tratti di sogno o realtà: è sicuramente il serbatoio della Nazionale con Insigne, Verratti, Destro, Gabbiadini e Sansone, buono anche il portiere Bardi. Ma l'Italia di Prandelli - se non crolla fisicamente e non dimentica le qualità e i campioni fino ad oggi esibiti - è tutt'altra cosa: una squadra vera. Anche senza bresaola.
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