La domanda è: come si dovrebbe vivere? Böll risponde: «Prendendo tempo»
sabato 25 giugno 2011
Come si dovrebbe vivere? Non è forse questo il problema da affrontare individualmente e collettivamente? È un problema pratico, morale, filosofico, economico, scientifico, politico, teologico, medico… Gli scrittori che si sono posti per prima cosa questo problema sono stati inclusi nella categoria dei "moralisti" (termine neutro, che purtroppo in Italia viene usato prevalentemente come un'accusa: moralista è invece chi osserva con attenzione i comportamenti quotidiani, ne studia le ragioni e ne valuta le conseguenze). I primi moralisti che mi vengono in mente sono Montagne e Tolstoj, ma ce ne sono innumerevoli, anche fra i poeti: per esempio Leopardi, Machado, Auden. La maggior parte dei romanzieri sono stati più o meno apertamente dei moralisti, essendo il romanzo lo strumento letterario più adatto a studiare come si pensa di vivere e come di fatto si vive. Quando un lettore si chiede come va a finire un romanzo, vuole sapere come va a finire il personaggio che è vissuto in quel
modo.
Con il titolo irresistibile Come si dovrebbe vivere è appena uscita per le edizioni dell'Asino una bella raccolta di conversazioni con Heinrich Böll, realizzate dal 1976 al 1982. L'ho letto e sfogliato subito in cerca di nuove idee. Mi fermo su una sola, lo scrittore la propone nell'intervista che dà il titolo al libro: «Siamo tutti presi nel tran-tran del "non aver tempo", e io credo che bisognerebbe cercare di riflettere, per una volta, su che cos'è il tempo. Dovrebbero rifletterci i gruppi sociali più diversi» dice Böll al suo intervistatore: «Tempo di vita, tempo quotidiano. Che cosa facciamo con il nostro tempo: capisce il problema? Che l'aver tempo sia diventato un grande lusso mi sembra una cosa terribile».
Tento solo una deduzione, beffarda e paradossale: se è vero che il tempo è denaro e che il denaro può darci più tempo, allora noi siamo poverissimi, le nostre società ricche sono una truffa, perché con tutti i mezzi e le macchine che abbiamo per risparmiare tempo, di tempo (di vita) ne abbiamo sempre meno.
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