Non guardarmi. Gioca. Niente sospiri. Batti, pensa alla pallina. Ginocchia piegate, un tavolo all'altezza degli occhi, nulla al livello del cuore. L'amore è una racchetta: non avrai altro lontano da quella. È la tua condanna, Ma Lin, 24 anni, professione numero uno del mondo. Amavi. Rischiavi e lo sapevi, senza capire perché. Ti hanno perdonato. Non in eterno però. Solo finché vinci. E hai vinto. Giochi di Atene 2004: medaglia d'oro nel doppio maschile, il più bravo in coppia. Non quella che volevi però. Polso, gambe, ritmo. La Cina è padrona. Tennis tavolo il nome olimpico, ping-pong per tutti gli altri. Suona meglio, è il rumore che si sente dalla tribuna. Solo quello, cento, mille volte di fila. L'unico altro suono di questa storia è più brutto, e non fa rumore. Perché Ma Lin non doveva esserci ad Atene. Bai Yang infatti non c'è. E nemmeno Hou Ying Chao, scartato. A casa anche un'altra ragazza, Fan Ying. La colpa, una sola: erano fidanzati. E l'amore qui è vietato. Quando li hanno scoperti li hanno cacciati, niente Giochi per loro. Non si regala una rosa a una compagna di squadra. L'amore distrae, rende deboli. Non è vero, non è così. Ma in Cina funziona così. Vietato sfiorarsi. Gioca, non pensare. Picchia quella pallina, le carezze non sono vittorie. Dimentica i rossori, il desiderio è peccato. Però Ma Lin è il migliore, per lui è bastato qualche mese di punizione. Qui l'eccezione l'hanno fatta. Che rientri in squadra, ci sono le Olimpiadi ad Atene. Per l'amore occorre essere in due, per l'oro basta essere il più forte. Ginocchia piegate, il cuore in fondo alle scarpe. Silenzio, si gioca.
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