La Chiesa e il latino ancora vivo: mea culpa per il lavabo che perde
venerdì 24 luglio 2015
Sapevo che chiedere al mio robot di tenere d'occhio ogni tanto anche il blog "Nuovo e utile" curato dalla regina della creatività Annamaria Testa prima o poi mi sarebbe tornato – appunto – utile. E infatti è già la seconda volta che lo segnalo. Vi è appena stata pubblicata (http://nuovoeutile.it/latino/), con risonanza superiore alla sua media, una lista di «180 espressioni latine che usiamo parlando italiano», compilata senza tenere conto né dei termini italiani identici al latino, né di proverbi, citazioni e modi di dire, né dei «termini d'uso strettamente giuridico o medico-specialistico».Tantomeno di quelli d'uso religioso. Mi ha preso perciò una gran curiosità: andare a vedere quali, di questi 180, fossero, con sufficiente certezza, riconducibili alla tradizione biblica, o liturgica, o ecclesiastica. Non per alimentare la nostalgia di chi, anche oggi, fatica a pensare la preghiera e in genere la vita della Chiesa di Roma con poco o niente latino, ma per saggiare quante tracce di quella fede "in latino" sopravvivono nella lingua attuale. Ne ho trovate 12 (sarò grato se mi si smentirà riconoscendone, nell'elenco dato, di più): un 6,66% che a qualcuno suonerà persino demoniaco, e ad altri solo un segno dei tempi. Con la prima in ordine alfabetico, Deo gratias, la Chiesa non fa bella figura: rinvia a messe così lunghe da far sentire la loro fine come una liberazione. Meglio ex voto: il segno della riconoscenza per una grazia ricevuta. Imprimatur sa di controllo preventivo, anche se nessun vescovo lo negherebbe a un testo che riportasse la vox populi. Anche placet, in pectore e sinecura rimandano, più o meno, ai vertici delle istituzioni ecclesiastiche. Lavabo invece è un momento della Messa, ma non credo che l'idraulico lo sappia, né farà mai mea culpa per un lavoro venuto male. Quanto al redde rationem (l'unica citazione dal Vangelo, Luca 16,2), ci spaventerà davvero quando seguirà il requiem… le più terrene rese dei conti, contiamo sempre di risolverle in camera caritatis.
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