E' ormai da tempo che Riccardo Chailly affianca l'esecuzione dei grandi capolavori della storia della musica a quella di opere dimenticate o ingiustamente considerate minori, dedicando i programmi dei suoi concerti e delle incisioni discografiche a partiture inedite o al recupero di versioni "alternative". Ed è con questo spirito che il direttore milanese ha portato nella sala del Gewandhaus di Lipsia la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini (1792-1868), concepita nel 1863 per un organico alquanto originale che prevedeva quattro solisti e otto coristi, con l'accompagnamento di due pianoforti e un armonium; «l'ultimo peccato mortale della mia vecchiaia», l'aveva definita l'autore, che qualche anno dopo decise di approntarne di propria mano un'orchestrazione completa, per scongiurare il pericolo che i più sprovveduti tra i suoi colleghi potessero compromettere «con i loro chiassosi strumenti le mie poche voci di canto e me stesso...».
È questa la versione diretta da Chailly in un concerto tenuto nel 2008 " in occasione del 140° anniversario della morte del compositore pesarese " e ora immortalato dal dvd-video pubblicato dall'etichetta tedesca EuroArts (distribuita da Ducale), che ha visto impegnati il soprano Alexandrina Pendatchanska, il contralto Manuela Custer, il tenore Stefano Secco e il basso Mirco Palazzi insieme con il Coro dell'Opera e le formazioni corali e orchestrali del Gewandhaus di Lipsia.
Un'interpretazione che scava in profondità e riesce a valorizzare in pieno il tessuto ritmico, la ricchezza melodica, la finezza della scrittura vocale e anche la sorprendente maestria contrappuntistica (portata a esiti più che brillanti negli episodi fugati del "Cum Sancto Spiritu" e del "Et vitam venturi saeculi") di un'opera che in Chailly trova un ideale Virgilio chiamato ad accompagnare l'ascoltatore alla scoperta del mondo artistico, spirituale e forse anche psicologico di Rossini, che nel congedo che segue l'autografo della sua partitura scriveva: «Ecco qui terminata, Buon Dio, questa povera Petite Messe. Sarà della musica sacra quella che ho appena creato o della sacra musica? Sono nato per l'Opera Buffa, lo sai bene! Poco sapere e un po' di cuore, ecco tutto. Sii dunque benigno e accordami il Paradiso».
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