Mercoledì scorso questa rubrica aveva celebrato due atlete, Martina Trevisan e Yelena Leuchanka, così oggi tocca a tre uomini, protagonisti assoluti della settimana sportiva, tre campioni monumentali, capaci di dominare tre discipline diverse: Lewis Hamilton, Rafael Nadal e LeBron James. Il primo, grazie alla vittoria nel Gran Premio dell'Eifel in Germania, ha raggiunto il numero record di successi detenuto da Michael Schumacher ed è destinato a diventare il più grande pilota di tutti i tempi. Mick, il figlio di Schumacher, dopo la novantunesima bandiera a scacchi gli ha donato un casco di papà Michael che Lewis ha ricevuto con autentica emozione: «Nemmeno nei miei sogni avrei pensato di raggiungere questo traguardo». Ormai a un passo dal suo settimo titolo mondiale, il quarto consecutivo, Lewis va più veloce degli altri anche con le proprie opinioni. Qualche tempo fa lui, figlio di una coppia mista, convinse la quasi totalità dei suoi colleghi a schierarsi, ginocchio a terra, per sostenere le cause del Black Lives Matter. Ha fondato la Lewis Hamilton Foundation (una pagina del suo sito si chiama Giving back, ovvero Restituzione), si occupa di contrasto alla povertà ed è estremamente attivo al supporto di iniziative a tutela dell'ambiente e degli animali, come quando donò mezzo milioni di dollari per la lotta agli incendi in Australia.
Rafael Nadal ha trionfato per la tredicesima volta, sul campo del Roland Garros a Parigi dividendo un record impressionante con Roger Federer: venti tornei di Grande Slam conquistati. Dieci, invece, è il numero di anni da cui opera la Fundación RafaNadal, che ha l'obiettivo di aiutare l'integrazione sociale e lo sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti attraverso lo sport. Più di cinquemila ragazzi seguiti, ventiquattro centri di assistenza e scuole di tennis fra Spagna e India.
Infine LeBron James. Che dire? Dopo aver condotto i suoi Los Angeles Lakers alla vittoria del titolo Nba, più di una persona sostiene che sia diventato il miglior cestista di ogni tempo, scalzando perfino il leggendario Michael Jordan, Quattro titoli per lui (quattro volte miglior giocatore delle finali) e due ori olimpici in bacheca brillano senz'altro, ma appena un po' di meno del lavoro della LeBron James Family Foundation che supporta millequattrocento ragazzi di Akron (il paese natale del cestista, in Ohio) offrendo risorse economiche e un programma sportivo per garantire loro l'accesso al mondo delle scuole. LeBron James, oltre a essere la voce più forte del movimento Black Lives Matter, si è ripetutamente espresso invitando gli americani ad andare a votare, schierandosi senza timore contro l'attuale presidente Usa, Donald Trump. L'Ohio è uno degli Swing States, spesso decisivo per eleggere l'inquilino alla Casa Bianca e laggiù il parere di Lebron James conta parecchio.
I successi sportivi di questi atleti che, mese più mese meno, sono tutti trentacinquenni (quanto è cambiata la lunghezza della carriera di uno sportivo!) mettono perfino le vertigini, ma in loro si manifesta l'idea di uno sport fatto di campioni capaci di ispirare e aiutare migliaia di ragazzi molto meno fortunati. E questa sì, è davvero grandezza.
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