A mio giudizio non sono mai stato abbastanza intelligente. Molte sono le cose che ignoro o non capisco. Cerco di applicarmi, ma mi sento sempre indietro e in difetto. Se provo a fare l'elenco delle cose da indagare e approfondire, l'elenco si allunga inverosimilmente. Ce la farò mai? Il mio cervello reggerà?
Ora però qualcuno, nell'editoria e nell'informazione, si sta preoccupando di me e di tutti coloro che non si sentono abbastanza intelligenti. Dopo le palestre, ecco gli esercizi per tenere il cervello allenato. Giustamente si sta diffondendo il sospetto che la mente non va lasciata a se stessa ma (come sapevano gli antichi) va controllata e disciplinata. Trovo dunque pubblicazioni che offrono esercizi mirati allo sviluppo delle capacità logico-matematiche, mnemoniche, linguistico-espressive, strategiche ecc. Ma se leggo gli esercizi ho subito la sensazione che qualcuno sta cercando di rendermi più stupido. Quegli esercizi sono di una noia mortale. Non in se stessi, ma perché sono privi di scopo. Fra una mente intelligente e una mente allenata una differenza c'è: quest'ultima non ha capito che cosa fare di se stessa, è irreale.
Tutti questi nuovi allenatori mentali sembra che credano nel vecchio mito del Quoziente Intellettivo, una cosa che nessuno è mai riuscito a definire in modo convincente né tanto meno a quantificare. Essere svelti può servire. Ma anche la lentezza, la tenacia, l'immaginazione, il coraggio, perfino la pigrizia e l'istinto di distrarsi da cose insensate, hanno la loro importanza. Non c'è vero esercizio mentale che abbia senso fuori di un contesto di vita. Perciò agli esercizietti sostituirei qualche ovvia e naturale alternativa: ritagliare e rileggere articoli di giornale, riflettere sul film appena visto, osservare le persone in metropolitana, ricordare che cosa ho fatto ieri, fare i compiti con i propri figli e rispondere con impegno ai loro perché, calcolare le spese inutili, tenere un diario. Infine, sostituire questo elenco con un altro a piacere.
© Riproduzione riservata