L'udienza di Francesco a Trump e l'effetto dell'abito della moglie
venerdì 26 maggio 2017
Se è vero, come pensava Dino Buzzati, che le redazioni sono delle cucine, è certo che più il piatto – la notizia – è appetibile, più si sente bisogno di abbondare nell'offerta di contorni. Su tutte le fonti, compresi i siti di informazione religiosa, quello che accompagnava l'arrosto dell'udienza concessa da papa Francesco a Donald Trump è stato la presenza della moglie e della figlia del presidente statunitense, Melania e Ivanka, e come suo condimento, ecco alcune cronache riferire del rosario porto a Francesco dalla signora Melania perché lo benedicesse, e molte altre soffermarsi sulla battuta rivoltale dal Papa a proposito della “potiza”. Così anche di questa ciambella slovena, oggi, tutti sappiamo tutto.
Ma, a motivo anche di alcune pose non proprio spontanee, ecco che si è preso una bella fetta di attenzione il tema, di per sé frivolo, dell'abbigliamento delle due donne, molto fedele, per il colore (nero) e per la foggia, a quanto prevede il cerimoniale vaticano. Molti hanno sottolineato che, rispetto alle circostanze, la first lady si era presa durante la tappa presidenziale in Medio Oriente una maggiore libertà, e ne hanno dedotto un messaggio politico-culturale di appartenenza. Si tratta però di «un protocollo sempre meno usato», annota Andrea Tornielli nel suo servizio su “Vatican Insider” ( tinyurl.com/klqtuxy ), quasi a dire che chi ha suggerito di attenervisi così rigidamente ha scelto un codice un po' logoro. Tale è sembrato, in generale, a Paolo Rodari: sul suo profilo Facebook ha raccolto ben cento vivaci commenti (e like e share in proporzione) avendo auspicato un cambiamento del cerimoniale che, messe da parte vecchie paure, liberi «le donne ammesse alle udienze da questi abiti lugubri» e lasci «sopravvivere la bellezza, anche davanti al Papa», giacché «candore e discrezione» possono ben coesistere senza bisogno di «tristezza esteriore».
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