mercoledì 13 novembre 2013
Molto ben scritta la biografia che Cristina De Stefano ha intitolato Oriana. Una donna (Rizzoli, pp. 324, euro 19,00), riecheggiando il titolo di uno dei più celebri romanzi di Oriana Fallaci, Un uomo. Non occorre essere grandi psicologi per capire che la famosa aggressività, il carattere scostante, l'antipatia di Oriana, insieme al suo immenso talento, sono la reazione a un'infanzia povera, umiliata, da riscattare diventando la più brava, la prima di ogni classe. Oriana Fallaci nasce a Firenze il 29 giugno 1929. Suo padre è un falegname, la madre, Tosca, manda avanti la casa. Lo zio Bruno, fratello del padre, è sposato con la scrittrice Gianna Manzini che accoglie nella sua bella casa la nipotina gustando cioccolatini che non offre alla piccola. Bruno Fallaci, responsabile della Terza pagina della Nazione e futuro direttore di Epoca, nel 1933 si separerà dalla Manzini ormai compagna del critico Enrico Falqui.È stato lo zio Bruno a facilitare l'ingresso di Oriana nella carta stampata, dapprima come giornalista di costume, poi come leggendaria inviata di guerra. La grinta demolitrice con cui Oriana scorticava i divi di Hollywood è la stessa con cui affronterà Khomeini, Indira Gandhi, Kissinger, Deng, Gheddafi in interviste che davvero hanno segnato la storia.Ma l'aspetto narrativamente più importante e nuovo della biografia riguarda il privato della Fallaci, donna in disperata e vana ricerca dell'amore e della maternità. Il primo amore, negli anni Cinquanta, è Alfredo Pieroni, corrispondente da Londra della Settimana Incom e poi del Corriere, che respingerà le soffocanti attenzioni di lei. Oriana tenterà addirittura il suicidio, e ne verrà il romanzo, Penelope alla guerra.In Vietnam, nel 1968, la scrittrice incontrerà il collega François Pelou, della France Presse, prodigo di consigli anche professionali. Ma è cattolico e sposato, non intende lasciare la moglie e, alla rottura dopo cinque anni, Oriana compirà il gesto orrendo di spedire alla moglie di François le lettere che si era scambiata con lui.Nel 1973 avviene l'incontro con Panagulis, eroe della resistenza contro i colonnelli greci, e sarà un amore tormentato, doloroso per entrambi, che confluirà nel romanzo Un uomo. C'è poi il singolare rapporto con Paolo Nespoli, un sergente del 1957 conosciuto a Beirut nel 1985. Potrebbe essere suo figlio, e Oriana lo convince a realizzare il sogno di diventare astronauta. Lo porta a New York con lei, gli fa prendere la laurea in ingegneria, e dopo altri cinque anni la storia finisce. Una traccia della relazione è nel romanzo Insciallah. Peraltro, Paolo diventerà davvero astronauta, con due missioni importanti nel 2007 e nel 2010, dall'ultima della quale manderà un messaggio dallo spazio allo scrittore Eugenio Corti per il suo novantesimo compleanno.La celebre Lettera a un bambino mai nato scaturisce dall'esperienza personale. Oriana ha avuto (che si sappia) due aborti spontanei, uno mentre aspettava un figlio da Pieroni, l'altro nel 1965 da un americano di cui non ha mai fatto il nome. Era contraria all'aborto, anche se attribuiva il potere esclusivo di scelta solo alla donna, così come si opponeva all'eutanasia e al matrimonio gay. Si era sempre dichiarata atea, ma esaudì il desiderio dell'amatissima madre morente di incontrare un sacerdote. Negli ultimi anni, già malata, conobbe monsignor Rino Fisichella, che il 27 agosto 2005 la fece incontrare con Benedetto XVI, ammiratissimo dalla giornalista. Oriana Fallaci è morta il 15 settembre 2006 e ci piace immaginare questa donna indomita, celebre, ricca e infelice, finalmente pacificata.
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