Nel salterio c'è una domanda che smaschera i sentimenti dei monti e rivela quelli di Dio: «Perché invidiate, montagne dalle alte cime, la montagna che Dio ha desiderato per sua dimora? Il Signore l'abiterà per sempre» (Sal 68,17). Queste parole sono immediatamente precedute da una affermazione perentoria, geograficamente incontestabile: «Montagna eccelsa è il monte di Basan, montagna dalle alte cime il monte di Basan» (Sal 68,16). La parte più settentrionale della Galilea è occupata dalla catena che segna il confine col Libano, cui appartiene anche l'Ermon, circa milletrecento metri, con neve perenne. Davvero considerevole come altitudine e maestà. Il Sion non ne raggiunge la metà in altezza. Nel corpo del salmo c'è un riferimento al cammino dell'uscita dall'Egitto (vv 7-8.18) e Dio viene esplicitamente chiamato «quello del Sinai» (v 9). Perché il percorso di liberazione non è arrivato fino ai monti più alti? Perché colui che ha parlato dal Sinai si è poi accontentato della collinetta del Sion? I monti del nord alti e altezzosi invidiano la modesta altura sulla quale è caduta la scelta di Dio. Se da una parte il salmo palesa l'alterigia dei monti settentrionali, dall'altra rivela l'umiltà di Dio. Per abitare in mezzo al suo popolo egli non ha bisogno di quote sublimi. Altezza vera per Dio è abitare tra la sua gente, per sempre.
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