Che l’uso e l’abuso dell’intelligenza artificiale siano alcune delle sfide più importanti che abbiamo davanti l’abbiamo ormai capito tutti. Ciò che forse ci è sfuggito è che questa sfida tocca anche tutta la Chiesa. Non solo perché da Gutenberg in poi ha sempre dimostrato grande interesse per le innovazione tecnologiche legate alla comunicazione e all’uomo, ma soprattutto perché «non poteva di certo rimanere indifferente rispetto a un campo che sta forgiando la vita delle persone», come scrive
monsignor Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, nella prefazione di un volume prezioso su questo tema. L’ha scritto Giovanni Tridente, giornalista, esperto di digitale e professore della Pontificia Università Santa Croce. Edito da Tau Editrice, si intitola “Anima digitale - La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale”. Come ben sintetizza monsignor Ruiz «il libro non entra nel merito tecnico e strumentale degli ultimi sviluppi tecnologici relativi all’Intelligenza Artificiale – pur se ne offre una panoramica essenziale –, ma prova a disegnare una specie di sintesi di “dottrina della Chiesa” sull’argomento attraverso il pensiero dei Pontefici, la riflessione accademica ad opera di istituzioni vaticane e gli approfondimenti di una parte della stampa cattolica (Avvenire compreso - ndr)». È un lavoro enorme, quello fatto da Tridente, che dovrebbe essere letto soprattutto dai meno esperti in questo campo. Perché la questione di fondo non è tecnica ma etica. In più non parliamo di futuro ma di un presente che occupa già spazi importanti delle nostre vite. Per questo - come sottolineano sia Tridente sia Ruiz – «è importante per la Chiesa occuparsi di questi argomenti, impegnandosi tra l’altro quale garante di una sorta di “giustizia sociale” affinché nessuno resti indietro» o – aggiungiamo noi – venga calpestato. Ecco allora l’importanza di (ri)leggere riflessioni preziose sull’argomento, da quelle dei Papi (Francesco su tutti) a Piero Angela e Luciano Floridi, passando per le linee guida per un uso etico dell’intelligenza artificiale, redatte da esperti e ricercatori, fino a un’intervista con monsignor Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita. Leggendo quest’ultima scopriamo che il numero uno di Microsoft, parlando con monsignor Paglia, ha ammesso che aziende come la su questi temi hanno bisogno di un «supplemento di anima». Perché in gioco non ci sono solo questioni tecniche, come abbiamo già accennato, ma anche la memoria, la consapevolezza, l’integrità, la coscienza e il rispetto per l’uomo. Scorrendo il libro salta agli occhi che già Giovanni Paolo II si era occupato di intelligenza artificiale in ben 4 discorsi. Se Benedetto XVI ha trattato il tema un sola volta nel suo pontificato, papa Francesco l’ha già fatto 14 volte. Ma non è una gara di numeri, semmai la dimostrazione dell’interesse anche dei Papi (e non da oggi) per un tema così cruciale. Nel mondo cattolico Tridente sottolinea su questi temi l’importanza di un pioniere come il gesuita Roberto Busa, il quale già nel 1969 rifletteva sul rapporto tra uomini e macchine, ricordandoci che «ad arricchire l’uomo non è la macchina». Parole che si legano perfettamente a quelle pronunciate più volte sul tema da papa Francesco. Purtroppo non c’è spazio per elencare come meritano altri punti salienti di questo ricco volume. Sappiate solo che in queste 228 pagine Tridente mette in fila contributi preziosi, opportunità, pericoli e sfide per la Chiesa senza praticamente dimenticare nulla. E ci consegna un libro denso e prezioso.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: