L’insostenibile tanfo dell’azzardo calcistico
mercoledì 16 aprile 2025
È ancora una volta bufera. Il nuovo filone di indagini sulle scommesse dei calciatori ha rialzato un polverone che sembra destinato a non abbassarsi mai. La Procura di Milano ha infatti aperto un’indagine su una dozzina di calciatori accusati di aver scommesso su siti online illegali e che, da quanto si può sapere a tutt’oggi, sembrerebbe innescare un effetto a cascata coinvolgendo, come inevitabile, soggetti legati a vere e proprie attività criminali. Non si parla, almeno al momento, di calcioscommesse, non dovrebbero quindi esserci squalifiche in quanto non ci sarebbero alterazioni di risultati sportivi, ma resta evidente l’attrazione del fascino perverso delle scommesse fra ragazzi che dovrebbero avere tutto e che finiscono in queste agghiaccianti sabbie mobili. È inopportuno giudicare e, probabilmente, è molto difficile capire se il motivo sia la noia, la voglia di provare brividi diversi dall’adrenalina del campo, un desiderio di trasgressione, o chissà che altro. Resta una sola certezza: c’è un problema, e grande, in questo Paese rispetto alle scommesse, legali o illegali che siano, rispetto al gioco d’azzardo, rispetto alla consapevolezza che dietro l’angolo ci sia il rischio della ludopatia che è una patologia terrificante e che riduce sul lastrico migliaia di famiglie. I volumi di gioco (e i conseguenti debiti) dei calciatori mettono i brividi, ma probabilmente non scalfiscono la loro possibilità di farcela lo stesso. Come riporta il Corriere della Sera, nella primavera del 2023, Nicolò Fagioli, già molto esposto a livello debitorio per le scommesse, venne raggiunto al telefono da un certo Nelly, un esattore di cui non si conosce pubblicamente il vero nome e che usava una sim intestata a un cittadino straniero: «Stai proprio a sbaglià persona. Perché ti faccio smettere. Te faccio mettere a fare il muratore», il testo del messaggio inviato al calciatore della Nazionale. Vengono letteralmente i brividi a pensare a cosa possa succedere a persone diciamo “normali” che non hanno alle spalle la solidità economica di un professionista del calcio di Serie A. Eppure, la cosa che suona incredibile, o forse sarebbe più corretto dire disgustosa, è che la Lega Calcio di Serie A, ancora recentemente, abbia avanzato richieste sempre più pressanti nei confronti del Governo per poter vedere ripristinata la pubblicità per le scommesse sportive, inclusa la sponsorizzazione di maglia. Ora, sia chiaro, abbiamo chiarissima la differenza fra le scommesse legali e quelle illegali, ma abbiamo altrettanto chiaro come non solo sia inopportuno ma del tutto inadeguato e moralmente inaccettabile che questa richiesta venga avanzata in qualsiasi momento, ma a maggior ragione in un momento come questo, mentre tutti i giorni, tutti noi, e in particolare i giovani, i minori, siamo spettatori allibiti di fronte a una situazione che non è soltanto triste, ma estremamente pericolosa. Verrebbe da fare un appello – per quanto possano contare gli appelli – a un senso di responsabilità che sembra morto e sepolto di fronte al detto attribuito all’imperatore Vespasiano: «Pecunia non olet». In realtà c’è un odore disgustoso nell’aria: qualcuno, nel mondo del calcio, apra per favore le finestre. © riproduzione riservata
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