Quale grande mistero è la vita, Signore! Noi ne tastiamo la superficie in cerca di una piega, di una linea, di una chiave che ce la chiarisca definitivamente; ma essa è di una natura indecifrabile come la tua tunica senza cuciture. Tanto il dolore come la gioia ci avvicinano a domande per le quali non abbiamo una risposta immediata. Perché esiste il tempo? Perché esistiamo noi? Perché troviamo? Perché perdiamo? Perché si succedono il giorno e la notte, il dritto e il rovescio, il silenzio e il suono? Perché una cosa ci è tanto opaca oppure visibile? Perché ci hai fatti nomadi del tuo volto? Perché ti lasci scorgere, o Dio, così confusamente, come in uno specchio sfocato, invece di stabilirci nella visione definitiva? Davanti a questo enigma, che portiamo tatuato non solo nella pelle dei giorni ma nel profondo dell'anima, tante domande vengono a volteggiare impazientemente alla nostra porta, stagione dopo stagione! E tuttavia, Signore, anche attraverso di esse risuona la presenza discreta e flagrante del tuo amore. Con quanta speranza tu stai cullando ciò che a noi sembra solo irrisolvibile, illogico e inconcludente.
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