Sensori, telecamere, radar, robotica applicata. L'automobile cambia, e il modo di fare business pure. Così oggi investire in pistoni, bielle o volanti può risultare antiquato e terribilmente rischioso. L'affare del momento pare invece quello di puntare sui sistemi avanzati per l'assistenza alla guida delle auto autonome. Lo dicono i numeri, prima di tutto. Secondo un report della banca d'affari Goldman Sachs, il mercato di questi sistemi valeva 3 miliardi di dollari nel 2015 ma dovrebbe crescere a 96 in dieci anni, più del 3.000% cioè. Sempre che la guida autonoma tra dieci anni abbia la diffusione prevista dalla gran parte degli analisti, circostanza questa probabile ma tutt'altro che certa.Le startup che si occupano dell'argomento sono diventate terribilmente interessanti per i marchi automobilistici, sempre meno costruttori e sempre più orientati a trasformarsi in fornitori di servizi per la futura mobilità. Così General Motors pochi mesi fa ha speso 1,2 miliardi di dollari per rilevare Cruise Automation, azienda di San Francisco attiva nell'emergente comparto delle vetture driverless (auto senza guidatore gestite da computer). Solo per fare un altro paio di esempi, Volkswagen ha investito 300 milioni di dollari su Gett (ricerca taxi), mentre l'israeliana Mobileye, specializzata in sistemi di visione per auto, dopo l'accordo chiuso con BMW ha visto crescere la sua valutazione sul mercato fino ai 10 miliardi di dollari attuali.Anche alcuni “cervelli” italiani si sono mossi per tempo, dimostrandosi più bravi di altri. Se tra un paio di anni Singapore avrà il primo servizio al mondo di taxi senza autista, non lo dovrà all'alleanza tra grandi colossi del settore ma a nuTonomy, giovane società fondata nel 2013 dall'ingegnere Emilio Frazzoli, professore di Astronautica, insieme all'americano Karl Iagnemma. Laureato alla Sapienza di Roma e appassionato di robotica, Frazzoli in qualità di responsabile tecnico dell'azienda ha già messo su strada alcuni prototipi di Mitsubishi i-MiEV e Renault Zoe. La tecnologia necessaria affinchè queste vetture possano viaggiare autonomamente si basa sul sistema Lidar, costituito da laser, radar e telecamere capaci di scannerizzare la strada e gli spazi circostanti. Per ora serve la presenza di un ingegnere a bordo che sorvegli il funzionamento dei computer, ma a Singapore il “robo-taxi service” è già utilizzato, anche se solo da clienti scelti direttamente da nuTonomy e tra punti specifici della città. Quello che più conta è che la startup co-fondata da Frazzoli, nel maggio scorso ha ricevuto 16 milioni di dollari di investimenti da parte della Ford. A riprova che la guida autonoma ancora praticamente non esiste, ma è già da tempo un affare d'oro.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: