L’arcidiocesi di Caracas è la prima, in America Latina, quanto a numero di follower sui social network. Lo ha riferito con una certa soddisfazione il responsabile della pastorale della comunicazione, José Honegger Molina García, nel corso del I Incontro arcidiocesano di pastorale della comunicazione, svoltosi lo scorso 30 giugno sul tema «Parlare con il cuore nella verità e nell’amore» (quello della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali). Il social diocesano meno amato dagli utenti caraqueños (o forse meno curato dai responsabili della comunicazione) è Facebook: la pagina ufficiale “arquidiocesisdecaracas” (bit.ly/3NDRsg1) piace a circa 3mila persone e le reazioni agli ultimi post sono dell’ordine di qualche decina. Il canale YouTube “Arquidiócesis de Caracas” (bit.ly/3rjAHzq) conta su 11mila iscritti e i suoi 971 video, perlopiù liturgie e notiziari, sono stati visti finora 400mila volte. Quasi 33mila seguono le notizie diocesane sull’account Twitter @ArquiCaracas (bit.ly/44oWDHA), sul quale compaiono diversi tweet al giorno.
Ma il social network più importante per la Chiesa di Caracas è Instagram (bit.ly/46BoK8a), dove i follower sono più di 54mila e dove ciascun reel gode, mediamente, di qualche migliaio di visualizzazioni (ma quello del 18 giugno, che racconta la festa del Sacro Cuore celebrata congiuntamente dalle religiose che si rifanno a tale spiritualità, ne conta 37mila). Un rapido sguardo a questi quattro account rivela una chiara unità di progetto, di realizzazione e di tematiche. Lo confermano le date di creazione, comprese tra il luglio 2018 e il marzo 2019, e le parole di mons. Honegger Molina, della cui relazione all’incontro del 30 giugno “Aleteia” ispanofono (bit.ly/3pBmT2K) ha pubblicato un’ampia sintesi. Il riferimento centrale dei contenuti è l’azione sociale della Chiesa, spiega; poi ci sono i temi culturali, le feste patronali parrocchiali, gli edifici ecclesiastici da restaurare, eventi come la beatificazione del medico José Gregorio Hernández (2021). Ma Honegger Molina guarda già, con grande fiducia, anche all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella catechesi: «Abbiamo spiegato come si può evangelizzare usando queste tecnologie. La risposta è stata soddisfacente e credo che le persone si stiano già appassionando a questa sfida».
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