Uno scrittore e un regista... Non è dimenticato ma quasi O.Henry, uno dei grandi autori di racconti tra fine '800 e inizi '900, di quelli che seguivano nelle loro storie le regole della sorpresa finale per dare, come dicevano un "colpo al lettore". La migliore raccolta italiana delle sue opere è quella di Adelphi che prende il titolo da uno dei racconti più bizzarri, Memorie di un cane giallo. Essa lo è grazie alla splendida, affettuosa e complice traduzione di Giorgio Manganelli, per nostra fortuna un "non-dimenticato". Quel libro è un egregio esempio di "scrittori tradotti da scrittori" a cui anni fa Einaudi dedicò un'intera collana. Ci fu anche un film che mise in campo registi, sceneggiatori e attori della Fox per un omaggio allo scrittore americano. Si intitolò in Italia La giostra umana (O.Henry's full house; 1952) e metteva insieme dei racconti di taglio diverso, di cui quello finale il più sentimentale e il più natalizio, Il dono dei Magi. I racconti erano legati insieme da una presentazione di John Steinbeck, dieci anni prima che gli dessero (ben meritato) il premio Nobel. Il dono dei Magi era diretto da Henry King, un veterano specialista in film d'azione (in western come Romantico avventuriero, Jess il bandito, Cielo giallo...; in film di pirati come Il cigno nero; in film di guerra come Cielo di fuoco; e aveva spesso raccontato vite dedicate alla religione come Bernadette, Le chiavi del paradiso, La collina della felicità...). Grande mestiere e grande moralità. King dedicava sempre una grande attenzione al racconto dei sentimenti, e Il dono dei magi ne è un simpatico esempio. Lo interpretarono Jeanne Crain e Farley Granger, ma l'episodio più bello era di Hawks, su due bambini pestiferi che inguaiano i loro rapitori, e il più buffo quello di Koster Il poliziotto e il salmo, con Charles Laughton barbone meraviglioso e generoso e Marilyn Monroe, in una delle sue prime prove, giovane prostituta che ricorderà per tutta la vita che il barbone l'ha chiamata "signora". Sotto Natale, è bene tornare al Dono dei magi, sia al racconto che al film. Narrano di una coppia di giovani sposi poveri e innamorati, che vorrebbero regalare lui a lei la cosa che lei desidera di più, un prezioso pettine alla spagnola per la sua magnifica capigliatura, e lei a lui una catena per il suo orologio, che lui vorrebbe tanto avere per poterlo mettere in mostra... Il solo modo di riuscirci è per lei di vendere la sua bella capigliatura e per lui di vendere l'orologio... Due sacrifici inutili, dunque, e non più di un'esile favola moderna, ma un racconto d'amor coniugale tra i più belli che si conoscano: un racconto di Natale di sapore dickensiano facilmente reperibile, così come lo è il dvd con il film del '52.
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