Amore puro: in un mondo in cui l’io e i suoi bisogni vengono prima di ogni altra cosa, la purezza del cuore appare un valore appannato, fuori moda, incomprensibile. Ma chi incontra l’amore vero nel proprio cammino capisce benissimo cosa vuol dire amare e donarsi senza nulla chiedere in cambio. È in questa purezza che la fede cristiana vede la testimonianza di un Infinito che entra nella storia. E sant’Agnese da sempre è l’icona proprio di una fede che rende puri e belli – e quindi profeti – agli occhi del mondo. Figlia di una famiglia patrizia romana, a 12 anni fu vittima della persecuzione scatenata dall’imperatore (forse Decio nel 250 o Diocleziano nel 303) contro i cristiani. Un giovane si era invaghito di lei ma venne respinto, perché Agnese aveva scelto di consacrare a Dio la propria verginità. Venne così denunciata come cristiana e condannata: fu esposta nuda nei pressi di quella che oggi è piazza Navona, ma nessuno poté avvicinarsi. Un uomo che aveva provato a toccarla era morto all’istante, anche se era tornato in vita poco dopo per intercessione della stessa martire. Cercarono quindi di ucciderla gettandola nel fuoco, ma le fiamme si estinsero lasciandola illesa; infine venne uccisa con un colpo di spada alla gola, come un agnello, animale che da sempre è associato alla figura di Agnese nell’iconografia legata a questa santa.
Altri santi. Sant’Epifanio di Pavia, vescovo (438-496); sant’Albano Roe, sacerdote e martire (1535-1642).
Letture. Romano. Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20.
Ambrosiano. Nm 11,4-7.16a.18-20.31-32a; Sal 104 (105); 1Cor 10,1-11b; Mt 14,13b-21.
t.me/santoavvenire
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