L'Italia forse riprende per davvero la strada della crescita. Ma l'indicazione di quanto occorre ancora fare passa anche dalle difficoltà che l'industria agroalimentare continua registrare. Nonostante il buon andamento delle esportazioni, infatti, la diminuzione dei consumi interni continua a farsi sentire, soprattutto sulla trasformazione industriale. Segno chiaro di quanto sta accadendo è il crollo 3,1% del fatturato dell'industria agroalimentare a febbraio.Alla base della perdita produttiva industriale, ha commentato la Coldiretti, è ancora una volta la congiuntura difficile. Basta un dato. I consumi alimentari nazionali sono tornati indietro di oltre 30 anni arrivando ai livelli del 1981. È cambiata anche la composizione della spesa alimentare.Sempre stando ai coltivatori, infatti, «per effetto della crisi le famiglie sono state costrette a una profonda revisione della spesa con pesanti conseguenze sulle imprese del settore». Certo, la crescita del 4% dall'inizio dell'anno delle vendite all'estero è certamente un fatto positivo. Ma non sufficiente per risollevare le sorti industriali. Almeno per ora. E anche guardando all'estero Coldiretti rileva un tratto di preoccupazione nel rafforzamento dell'euro che – viene spiegato in una nota –, «potrebbe provocare criticità su alcuni mercati importanti per il cibo nazionale come quello degli Usa».L'ombra della crisi, quindi, pare si stia ritirando ma non è scomparsa del tutto. L'agroalimentare non fa eccezione. Probabilmente anche per questo i coltivatori hanno sottolineato che «nell'attuazione della nuova Politica agricola comune (Pac), in Italia si dovrà pensare a rendere disponibili risorse per consentire margini di manovra adeguati ad affrontare situazioni particolari di crisi che si ripetono ciclicamente». Perché, oltre a quelle dell'economia generale, l'agricoltura soffre di ciclicità forti e spesso pesanti. Una condizione che deriva dall'andamento climatico e da quello dei mercati, di fronte alle quali le imprese agricole non sempre hanno strumenti efficaci per reagire.Quello della disponibilità di fondi per affrontare situazioni difficili è uno dei passaggi delicati della Pac. Occorre, infatti, che vengano indicati i settori che potranno beneficiare di un sostegno specifico, comparti che appartengono a determinati tipi di agricoltura o settori agricoli che rivestono particolare importanza per ragioni economiche, sociali o ambientali e che, appunto, si trovano in difficoltà. Un'altra partita non semplice per il nostro Paese.
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