L'innovazione si fa strada anche nell'agroalimentare. Certo, così è sempre stato, ma adesso la necessità di combattere un'emergenza mai vista, le richieste del mercato per prodotti sempre più compatibili con l'ambiente e, tutto sommato, anche quella di rivedere tutti i costi di produzione, spingono le imprese agricole e quelle agroalimentari verso una maggiore consapevolezza dei pregi dell'innovazione e della sostenibilità. La strada da
compiere è ancora piuttosto lunga e tortuosa – tenendo anche conto della grande diversità delle condizioni di produzione e trasformazione –, ma pare segnata. Numeri e
analisi sono lì a dimostrarlo.
Stando ad una indagine promossa da OfficinaMPS, laboratorio permanente dedicato all'innovazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, realizzata con SWG, pare che l'85% degli imprenditori agroalimentari sia ormai convinto della necessità di innovare sempre di più per fare crescere la propria attività; mentre il 76% crede che proprio gli investimenti in innovazione siano da considerare strategici. Ma non solo, perché un'altra forte percentuale di aziende (85% circa) ritiene indispensabile investire in nuovi modi di produzione ambientalmente compatibili per uscire dall'attuale crisi economica e migliorare la propria offerta di prodotti.
Ovvio che nel gran calderone dell'innovazione agroalimentare vi sia davvero di tutto (dai droni alla banda larga passando per i magazzini digitali e la sensoristica avanzatissima), e soprattutto occorre capire quanto delle buone intenzioni degli imprenditori agroalimentari davvero poi riesca ad essere realizzato e in che modo. Non ci si può, tra l'altro, dimenticare che tra l'agricoltura 4.0 e la realtà agricola, spesso si frappongono ostacoli tecnici oggettivi, oltre che le bizze dell'ambiente e del clima. Proprio ragionando di agricoltura 4.0, è cioè necessario rammentare sempre quanto i campi e le stalle di tutto il mondo siano distanti dagli stabilimenti industriali, nei quali i processi produttivi possono essere tenuti sotto controllo in modo quasi maniacale.
Ma è indubbio l'orizzonte verso cui moltissimi ormai guardano. Che è quello diametralmente opposto all'aria bucolica di molte raffigurazioni del comparto. Ci ritroveremo presto a mangiare frutta e verdura coltivate da robot? Difficile. Probabilmente, alla fine, imprese agricole e agroindustriali si ritroveranno in un punto di mezzo tra la necessità di rispettare e conservare alcuni principi tradizionali di lavorazione e quella di tenere conto delle indubbie possibilità che le nuove tecnologie forniscono ormai a tutti.
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