Posso stimare al 5% il numero di articoli che il mio robot mi propone ogni giorno, dalla blogosfera dell'informazione ecclesiale in Italia, catalogabili sotto l'argomento «intersinodo». Cioè l'inedito – per l'ancor breve storia dei Sinodi dei vescovi – tempo di dibattito che intercorre tra la celebrazione di due Sinodi dedicati allo stesso tema, la famiglia. Si tratta soprattutto del frutto dell'attività, meritoria, di alcuni siti e blogger: per dichiarata vocazione, o a motivo di una personale sensibilità, si stanno impegnando a dare conto, talora in forma militante, di una riflessione che prosegue ininterrotta. Tempo pochi mesi e, con la celebrazione del Sinodo 2015, essa tornerà ai primi posti nelle cronache, non solo ecclesiali e non solo digitali. Non so se fosse animato dall'intenzione di contribuire, a modo suo, a tale riflessione intersinodale Gilberto Borghi raccontando, su Vino Nuovo (http://tinyurl.com/os5afxc ), di «Daniela, Dio e il gelato». Ma ai miei occhi c'è riuscito. La storia è quella di una studentessa che porta in classe la sua sofferenza per la separazione dei genitori, nel momento in cui il conflitto si riacutizza e mette a rischio i già precari equilibri economici della porzione di famiglia in cui lei è rimasta.Qui neppure si intravedono le "complicanze" ecclesiali che appassionano le nostre discussioni intersinodali. Non si sa se uno dei due genitori si è risposato, se ci sono i presupposti per dichiarare nullo il primo matrimonio, se questo era effettivamente stato celebrato nel Signore, o solo civilmente... Si vede, invece, e chiaramente, un trauma che, almeno nel petto di questa ragazza, mette direttamente in crisi il cuore della fede: «La vita fa davvero schifo. Molto meglio fregarsene. E lei – rivolta al prof di religione – che continua a parlare di Dio...». Mi sbaglierò, ma ho la netta impressione che fosse a queste ferite che il Papa pensava quando ha chiesto ai vescovi di (ri)mettersi a riflettere sulla famiglia.
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