Jordi Savall ci porta sotto la Croce con le «Ultime parole» di Haydn
domenica 2 marzo 2008
«Nella cattedrale di Cadice era tradizione eseguire ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito, pronunciava una delle ultime sette parole di Gesù sulla croce e la commentava. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prostrava davanti all'altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Il vescovo saliva in cattedra e ne discendeva una seconda, una terza volta, e così via, e ogni volta l'orchestra interveniva al termine di ogni sermone. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi, ciascuno della durata di circa dieci minuti, che mantenessero in raccoglimento gli ascoltatori"».
Nei ricordi di Franz Joseph Haydn (1732-1809), l'origine della composizione delle Sette ultime Parole di Cristo sulla Croce è strettamente legata alla destinazione liturgica e al suggestivo apparato rituale che ne prevedeva l'esecuzione durante le cerimonie del Venerdì Santo; strutturato in sette movimenti lenti strumentali, incorniciati da un'Introduzione («Maestoso ed Adagio») e dal Terremoto finale («Presto con tutta la forza»), questo oratorio, paradossalmente "senza parole", aveva la funzione principale di stimolare le riflessioni e amplificare i sentimenti evocati dalla lettura dei brani evangelici.
Perfettamente in linea con tale orientamento, con la consueta e ormai proverbiale profondità di pensiero musicale Jordi Savall guida l'Hesperion XXI in un'ennesima lettura di riferimento assoluto (sacd pubblicato da Alia Vox e distribuito da Jupiter), calibrando ogni stacco, ogni fraseggio, ogni minima sfumatura espressiva ed elevando questa opera sublime a paradigma esistenziale universale; affinché, come ha sottolineato lo stesso maestro catalano nel booklet del disco, le frasi pronunciate sulla croce dal Salvatore vengano «convertite dalla forza della sensibilità, della compassione e dell'empatia nelle "Ultime Parole dell'Uomo"».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: