Sul conflitto in Medio Oriente i quotidiani italiani hanno tutti – con una eccezione, la solita – l'enorme merito di cercare di comprendere e non farne una questione di “buoni e cattivi”. Ma non è un'equidistanza pusillanime. È l'amarezza che emerge dalle parole di Etsar Keret sul “Corriere” (14/5): «Noi non siamo un Paese normale, né un Paese disposto a riconoscere i propri errori». E, sullo stesso giornale, c'è la risposta di Aldo Cazzullo a due lettere di segno opposto (il medesimo “trialogo”, o dialogo a tre voci, che il direttore di questo giornale aveva intessuto qui il 12/5) con l'amara constatazione che «la ferita è riaperta, o meglio non si era mai sanata». La stampa italiana invita i lettori al lodevole sforzo di allargare lo sguardo all'intero scenario medio-orientale, ad esempio mediante l'analisi di Lorenzo Vidino (“Repubblica”, 14/5), che spiega come Hamas sia «un ganglio centrale di uno dei due assi che al momento spaccano il Medio-Oriente, una pedina chiave dell'alleanza tra Qatar, Turchia e la Fratellanza, alla quale si aggiunge, sebbene con rapporti a volte controversi, l'Iran».
C'è poi la pagina più difficile da raccontare: «L'incubo della guerra civile tra vicini di casa» (titolo sul “Giornale” all'articolo di Fiamma Nirenstein, 14/5): «La guerra è su due fronti: ormai oltre alla pioggia di missili un feroce scontro interno tra cittadini ebrei e arabi tormenta Israele». Dal lato (politico) opposto fa eco Gad Lerner (“Fatto”, 14/5): «Le città miste. Arabi ed ebrei buoni vicini, l'opportunità odiata dagli oltranzisti», parole in sintonia con quelle, riferite da Fabiana Magrì da Akko (“Stampa”, 14/5), dello chef ebreo Uri Yirmias a cui hanno devastato il locale: «Non si può lasciare che la coesistenza collassi (…). Ognuno deve sconfiggere i propri estremisti, perché gli estremisti sono tutti malvagi e dannosi».
Estremisti… Vittorio Feltri su “Libero” («Israele ha tutte le ragioni», 14/5): «Viva la stella di Davide. Noi siamo dalla parte della civiltà e siamo convinti che l'islamismo sia sinonimo di arretratezza». Frittata in prima pagina.
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