Cosa pensereste, di uno che cantasse come segue? «...Io sono uno che parla troppo poco, questo è vero: nel mondo c'è già tanta gente che parla sempre, che pretende di farsi sentire e non ha niente da dire! ...Io sono uno che sorride di rado; ma in giro ce ne sono tanti che sorridono sempre però non ti dicono cosa pensano dentro! ...Io sono uno che non dice chi è la sua donna, perché non ammiro la gente che prima implora un po' d'amore e poi lo va a raccontare». Probabilmente, pensereste d'essere di fronte a uno sbruffone: uno che, pur dicendo alcune verità sulle nostre maschere, vuole a tutti i costi fregiarsi del titolo di persona originale, di uomo vero... Però, se l'uomo che canta continuasse così? «Io sono uno che non nasconde le sue idee, questo è vero. Non mi piacciono quelli che vogliono andar d'accordo con tutti, e che cambiano ogni volta bandiera... per tirare a campare!». Beh, con questa strofa tutto muta; la canzone non è più il ritratto di uno sbruffone. Semmai di uno orgoglioso, comunque uno che non ama fare sconti sugli ideali neppure a sé stesso; uno tanto intenso in pensieri e sentimenti quanto fermo nei princìpi e nell'esigenza di restare indipendente, uomo sul serio. Ci possiamo credere. Questa canzone è l'autoritratto di uno che si chiamava Luigi, Luigi Tenco.
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