Invalidità: sospese le visite mediche
martedì 21 aprile 2020
«Io resto a casa». Il pressante invito e la prudenza per evitare contagi rappresentano per molti invalidi giusti motivi per non rispondere all’invito dell’Inps di sottoporsi ad una visita di revisione dello stato invalidante. Di norma, non presentarsi ad una visita medica di revisione delle varie forme invalidanti (invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità) mette in forse i pagamenti delle prestazioni già riconosciute e dà il via a maggiori controlli. Tuttavia, l’emergenza sanitaria in corso ha suggerito all’Istituto di previdenza di trattare con cautela la situazione di chi non si presenta all’invito a visita. Pertanto, fino a quando durerà l’epidemia, per gli invalidi assenti l’Inps ha stabilito di adottare questi criteri: per le visite programmate fino al 31 dicembre 2019, trascorsi 90 giorni, viene sospeso il pagamento della prestazione in corso, salvo l’avvio della procedura riservata agli affetti da una patologia oncologica; per le visite programmate tra il 1°gennaio e l’11 marzo 2020, stante l’eccezionalità della situazione sanitaria, l’assenza dell’interessato già registrata viene ora cancellata. Gli uffici potranno pertanto procedere ad una seconda convocazione quando si tornerà al regime ordinario. Se anche il secondo invito cadrà nel vuoto, la prestazione sarà sospesa con effetto dalla data della prima convocazione. A partire dall’11 marzo 2020 tutti gli accertamenti medico–legali di invalidità civile sono sospesi e rinviati alla ripresa delle ordinarie verifiche sanitarie. Agli invalidi civili che non si sono presentati a visita nei mesi di ottobre e novembre 2019 è stata sospesa la prestazione economica dai primi giorni di marzo scorso (col mod. Te08–Ind). L’Inps ha stabilito tuttavia di ripristinare il pagamento qualora l’interessato, in attesa della visita medica temporaneamente sospesa, produca una valida e fondata giustificazione dell’assenza. Le modalità operative di gestione delle assenze, peraltro di evidente interesse pubblico e con importanti effetti su una fascia di cittadini in maggiori condizioni di tutele e di attenzioni, sono tuttavia classificate “no Internet” essendo contenute in un messaggio ai soli uffici (n. 1609 del 14.4.2020 e come altri non pubblicato sul sito dell’Inps).
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