Un milione e 187mila domande per l'invalidità civile sono ferme in attesa della visita medica. Di queste, 264.114 si trovano presso l'Inps, mentre 922.931 sono in lista presso le Asl delle Regioni non convenzionate con l'Istituto di previdenza per l'effettuazione degli accertamenti medici. Un recente comunicato del CIV, il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Inps, presieduto da Guglielmo Loy, lancia l'allarme sulla preoccupante dimensione delle domande in giacenza presso gli uffici, che solo da alcuni giorni hanno potuto riprendere l'operatività interrotta dalla lunga sospensione Covid.
Il rallentamento dei servizi con i conseguenti disagi si è riversato sia sul primo accertamento medico sia sulle visite di conferma (seconda visita). 408.912 invalidi già riconosciuti sono infatti in attesa della chiamata dell'Inps per la revisione dello stato invalidante e la eventuale conferma del sussidio in corso.
L'allarmante situazione è tuttavia solo in parte addebitabile all'emergenza sanitaria.
Il riconoscimento dell'invalidità civile attraversa un tortuoso percorso, regolato dalla legge 111 del 2011 che offre alle Regioni la scelta di convenzionarsi con l'Inps per l'intero iter delle domande fino al pagamento del sussidio. Scarsi i risultati, avendo finora aderito solo 3 Regioni e 8 province.
In alternativa, la trattazione dell'invalidità compete inizialmente alle Asl regionali. Queste effettuano la prima visita, che deve essere convalidata dai medici Inps, cui segue poi la fase di liquidazione a cura degli uffici della previdenza. Attualmente la procedura si conclude mediamente in 120 giorni, con punte di oltre 160 giorni in Basilicata, Sicilia, Sardegna e a Napoli.
È necessario ora – sostiene il CIV dell'Inps – mettere in campo una straordinaria terapia d'urto per ridurre il patologico bacino delle domande, con interventi e risorse aggiuntive agli uffici interessati. La denuncia mette in luce anche la necessità di riorganizzare l'area medico legale dell'Istituto e, unitamente, il contenzioso ingolfato da centinaia di migliaia di ricorsi amministrativi e giudiziari. Utile, inoltre, introdurre effettive misure di semplificazione (come gli accertamenti sanitari su base documentale evitando la chiamata a visita), con il coinvolgimento degli altri intermediari istituzionali, i Patronati, le Regioni, il Governo.
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