Della "insostenibile leggerezza" dell'ambasciatore emerito Sergio Romano quando scrive di Chiesa sul Corriere della sera ha già detto Rosso Malpelo nella sua rubrica (venerdì 20, "Pensieri super: superiori e superficiali"). Invece sull'ultimo suo libro, scritto in coppia con il figlio Beda e presentato (mercoledì 18) sul Corriere dal giurista Marco Ventura, occorre una postilla. La parte di libro che spetta al padre vuole essere «la storia di un conservatorismo cattolico che invano contrasta lo sviluppo tecnico-scientifico e la complessità socio-religiosa dell'Europa degli scambi e dei commerci» dell'Ottocento. Quella di allora, ma anche di oggi, scrive Romano senior, sarebbe una «Chiesa contro», ma perdente di fronte alla «liberal-democrazia dei diritti civili». La «Chiesa contro» [definizione assai più adatta, a quelle democrazie poco democratiche e ancor meno laiche] sarebbe ora «rinata nell'Europa secolarizzata, ma soprattutto negli Stati Uniti», dove però si presenterebbe come «dogmatica quando proclama le sue verità, liberale quando il libero mercato della fede [altro concetto di cattivo gusto] le impone le sue norme»: ma allora perché «Chiesa contro»? Per dirla in breve e con riferimento all'Italia: «Una Chiesa che frena il Paese» e che rende «più lontana l'Europa dei diritti». Dei cosiddetti "diritti civili"? Ma aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, nozze e adozioni omosessuali appartengono ai desideri legalizzati o da legalizzare. Quei 44 milioni di bimbi abortiti l'anno scorso nel mondo sono stati uccisi da uno di quei "diritti civili". Quanto alla Germania, che «al momento opportuno indurrà la Chiesa a cambiare identità», povero Beda. non s'illuda: non sarà lui che spianterà la Chiesa.
MANICHEISMO
Una lettrice di Repubblica, un po' manicheista, ritiene (domenica 15) che la Bibbia «non dica tutta la verità sulla Creazione» e spiega che, forse, mentre «il Signore era intento a creare le meraviglie, il diavolo si adoperò per creare le brutture». Esempio: la rosa e le spine. Ne scrive perciò a Corrado Augias, il quale non sa rispondere altro che con il dubbio di Severino Boezio, il filosofo cristiano ucciso da Teodorico, che in carcere scrisse il "De consolatione philosophiae", da cui Augias ripesca l'interrogativo: «Si Deus est, unde malum? Et si non est, unde bonum?» Anche senza entrare nel merito, si può almeno asserire che il male è un segno della libertà dell'uomo voluta da Dio. Dunque, se ritiene che la fede non abbia una risposta al problema del male, perché Augias non la chiede alla scienza, di cui decanta tanto l'onnibravura?
SURREALISMO
Il Foglio (martedì 17) l'ha definita «surreale»: è la lettera aperta che Magdi Cristiano Allam, il giornalista egiziano, naturalizzato italiano, convertito alla fede cristiana e battezzato dal Papa durante la veglia di Pasqua del 2008 in San Pietro, ha scritto su Il Giornale (lunedì 16) a «Sua Santità Benedetto XVI». Con entusiasmo da neofita gli ha chiesto conto dell'udienza a Mario Monti e delle parole che gli ha rivolto. Per esempio: «Ha iniziato bene» e siccome il Presidente del Consiglio ha ripristinato l'Ici sulla prima casa e «ha imposto un regime di polizia fiscale», lui vuole sapere «che cosa intende Sua Santità per "bene"» e per «impegno morale». In calce ha messo anche il proprio indirizzo per la risposta. Già che c'era, poteva aggiungere il francobollo.
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