La Legge 40, quella sulla fecondazione artificiale, si collocherebbe, secondo Corrado Augias (Repubblica, mercoledì 13), «tra fanatismo e infelicità»: fanatismo dei legislatori, infelicità di chi vorrebbe, ma non può ricorrere all"eterologa, che la legge proibisce. Ora la 40 è all"esame della Corte Costituzionale per sospetto di incostituzionalità: «Il tribunale di Firenze ha riconosciuto che è irragionevole e discriminatorio non consentire a chi è totalmente sterile di conseguire, utilizzando le tecniche disponibili, il fine procreativo di coppia». Si tratta di «una legge oscura, confermata da un referendum "vinto" con l"inganno». Trascuriamo questi ultimi argomenti, che non sono nemmeno tali e fermiamoci su «fanatismo» e «infelicità». Queste sì che sono affermazioni discriminatorie e censurabili: Augias si colloca tra i pochi esseri razionali (quelli pro eterologa), lasciando al Parlamento e a una maggioranza che va dal 77 all"88 per cento degli italiani la qualifica di massa di fanatici e ingannatori.
La verità è che anche gli embrioni, come i bambini che nasceranno, sono tutti uguali e la legge 40 (art.1) prescrive che siano rispettati come gli adulti. Invece, mentre chi nasce dai suoi veri genitori vede rispettati i propri diritti ad avere una famiglia verace, nell"eterologa i figli sono ingannati sia circa la paternità sia perché concepiti come orfani o come abbandonati e dunque trattati peggio " come oggetti o come bambole " e meno felici dei primi.
Inoltre, se la legge autorizzasse l"eterologa, ci troveremmo davanti alla legalizzazione anche del reato di abbandono di incapace. Il donatore del seme, infatti, ignora di proposito la sorte di colui di cui sarà padre e suo figlio nulla saprà di lui. Dunque è proprio quella nascita una «vittoria con l"inganno». In un senso diverso, ma come scrive il lettore cui Augias risponde assentendo, «siamo veramente al di là del comune senso del pudore».
CHIRURGIE POLITICHE
Il chirurgo, ora senatore, Ignazio Marino vuole che il Pd si allei con Nichi Vendola «per rendere più moderna e umana la nostra società. Iniziamo dalle unioni civili» (omosessuali comprese). Lo dice al Manifesto (giovedì 14), ma è sicuro che questa sia la maggiore urgenza del Paese? Non teme che queste chirurgie politiche provochino pericolose reazioni di rigetto? Certe volte mi chiedo perché mai non sia rimasto quel chirurgo, che sa fare così bene...
FONDOSCHIENA
Su Panorama del 14 ottobre appare un"intervista di Maurizio Belpietro, direttore di Libero e scampato, a quanto pare, a un attentato conseguente " lo si deduce da ciò che afferma " al riguardo che egli ha per gli avversari politici nell"obiettivo del suo giornale. A questa sua cura Belpietro, nell"intervista, si richiama ripetutamente. Dice: «Per me uno di sinistra resta un signore che non la pensa a modo mio e a cui riconosco onestà intellettuale [...] Non ho mai linciato gli avversari, se è questo che intende. Accuso, polemizzo, ironizzo, semplifico. Ma, ripeto, non lincio». Strano. Mercoledì 13 la prima pagina di Libero si apriva con un titolo che diceva: «L"ammucchiata contro Silvio: più cu... [fondoschiena] che poltrone». Quel «più...» appariva poi a colori in altre 7 pagine del giornale. Quando si dice che lo stile è l"uomo...
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