Da una settimana a questa parte la porzione antimoderna dell'infosfera ecclesiale, piccola ma infaticabile specie oltreoceano, è occupata dalle reazioni a Traditionis custodes, il motu proprio attraverso il quale papa Francesco è intervenuto «sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970». Il suo intento – come ha chiaramente mostrato Pierangelo Sequeri qui su "Avvenire" ( bit.ly/3kR60fr ) – è contrastare la «tendenza scismatica» che a tale uso spesso purtroppo si accompagna. Quelle reazioni nel loro insieme stanno confermando, per toni e contenuti, la preoccupazione che sta all'origine dell'intervento del Papa.
Tra di esse mi soffermo ad analizzarne però una piuttosto atipica: per la forma con cui è costruita e diffusa e per il contenuto di per sé rispettoso dell'autorità ecclesiale. Si tratta di un video intitolato "Messaggio al Papa e ai Vescovi dai giovani cattolici di tutto il mondo", postato sul canale YouTube "Young Catholics for Holy Mass" ( bit.ly/3BDZLSo): uno spazio nato in Austria l'anno scorso per ospitare un appello, simile a quello odierno ma articolato per Paesi, in favore della partecipazione alla Messa "in presenza" anche nelle fasi più acute della pandemia. Dura meno di due minuti e in esso 26 tra ragazzi e ragazze di vari Paesi che frequentano la «Messa tradizionale in latino» esprimono in inglese il loro amore per essa e il giovamento spirituale che ne traggono, con l'aspettativa di poter «contare» sul Santo Padre e sui loro vescovi per non restare «delusi». Dal 21 luglio, giorno in cui è stato postato, ha goduto di 34mila visualizzazioni, 2.700 like, quasi 300 commenti.
Il motu proprio non è mai nominato esplicitamente, ma nella parte centrale vengono citate dai giovani alcune espressioni della lettera ai vescovi con la quale Francesco l'ha accompagnato, per dire che essi non vi si riconoscono. Nell'insieme il filmato punta su un'immagine positiva dei fautori della Messa preconciliare: giovani diversi e di ogni ceto, prevalenza delle ragazze sui ragazzi, volti sorridenti. Un video moderno per sostenere il «rito antico».
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