Tra le immagini che rappresentano la Chiesa rientra notoriamente anche quella della "barca di Pietro", attinta dai Vangeli e spesso utilizzata per rappresentare le difficoltà che il popolo di Dio e i suoi pastori attraversano nel mare aperto della storia umana. Devo allo scanzonato commento postato su Facebook da "Una Penna Spuntata" ( bit.ly/35XNdGD ), alias Lucia Graziano, la conoscenza di un'altra "barca (o veliero) di san Pietro", quella che designa una tradizione popolare contadina legata alla festa di ieri e radicata nelle regioni del Nord Italia. La ignoravo; invece è abbastanza nota da meritarsi una breve, ma esauriente voce su Wikipedia ( bit.ly/35YcWyX ). Per saperne di più, non potendo chiedere ai miei nonni settentrionali, ho googlato qualche altra parola pertinente, trovando in Rete tanti riscontri (compresi i periodici contributi autobiografici sul blog della stessa "Penna Spuntata"). Detto in breve: si tratta di riempire d'acqua una caraffa, versarci l'albume di un uovo e lasciarla tutta la notte fuori, all'aperto. La forma di una barca a vela che apparirà alla mattina viene attribuita al soffio di san Pietro e potrà essere interpretata, a seconda della sua conformazione, come un buono o cattivo auspicio relativo, principalmente, al tempo (è una tradizione rurale), ma anche alle migrazioni (quando erano gli italiani a emigrare). Ho trovato pure una variante che invece lega questa pratica alla festa di san Giovanni e a predizioni per le ragazze in età da marito. Mi pare molto divertente tanto la tradizione in sé quanto il revival che la Rete ha incoraggiato. Infatti, continuando a cercare online, risulta che nei giorni scorsi ci hanno costruito sopra una notizia testate di Brescia, Lodi, Como, Saronno, Savona, Cuneo e chissà quante altre, compresa una di Positano. "L'Adige" ha pure invitato i lettori a rinnovare la consuetudine e a mandare le foto della propria "barca" a un numero WhatsApp, e poi, ieri, ne ha pubblicate una cinquantina ( bit.ly/2Sy3oYa ).
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: