Giunti alla vigilia di Natale è probabile che ciascuno di noi abbia già finito di decorare il proprio albero. In caso contrario, ecco la Rete proporci un’idea alternativa. La sempre impeccabile “penna spuntata” di Lucia Graziano presenta «cinque decorazioni di Natale fai-da-te in diretta dai Natali semplici dei secoli passati» (bit.ly/48lfpl8). Sono tutte «corredate da note storiche» nonché «da agevoli tutorial casomai vi pungesse vaghezza di provare a realizzarle per davvero», scrive Graziano. Mi soffermo sui “Christingle”, lavoretti che i bambini preparavano nell’Ottocento in Gran Bretagna e in Canada. Al centro di un frutto decorato con un nastrino rosso (il mondo) si conficca una candelina accesa (Gesù, la luce che viene), e intorno si mettono degli stecchini con infilata della frutta candita (le gioie della vita cristiana). Molto più forte il simbolismo di quanto, ammette Graziano, sia bello l’oggetto in sé. Ma davvero bello è il fatto che nel tutorial, che è del 2017 (bit.ly/3twY2PC), ad affiancare il bambino-tutor ci sia l’allora vescovo di Ely (provincia anglicana di Canterbury), Stephen Conway.
Proviene da una Chiesa non cattolica anche quest’altra idea per il tempo di Natale, che non si fa in tempo ad attuare nella giornata odierna, ma si può tenere buona per il prossimo Avvento. Si tratta di convincere il coro della propria parrocchia a radunarsi in un supermercato del territorio e intonare “Adeste fideles” o un altro canto liturgico natalizio. L’hanno fatto a Kansas City, pochi giorni fa, una sessantina di membri della Cure Church (una denominazione indipendente), ai quali si sono uniti molti dei clienti che si trovavano lì per lo shopping: chi cantando, chi limitandosi a fare foto e video dagli smartphone. Con una certa forzatura i media locali (e anche “Aleteia” bit.ly/47aIr5Y) l’hanno raccontato come un flash mob, mentre la moglie del pastore, che ha avuto l’idea, dice che voleva solo «diffondere un po’ di gioia natalizia nella sua comunità». Se si guarda il video su TikTok (3,4 milioni di visualizzazioni bit.ly/3GSDXGm), si coglie anche qui un simbolismo forte, al di là delle intenzioni dell’ideatrice: portare, dentro ai templi del Natale che festeggiamo consumando, un pezzetto del Natale che celebriamo dentro alle nostre chiese.
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