La sete di Dio è sete d’amore, desiderio d’infinito, ricerca di ristoro che nasce dall’inquietudine del nostro essere finiti e limitati. Tutto ciò che facciamo, in fine dei conti, si muove in questo orizzonte, anche se non sempre abbiamo la saggezza per percorrere la strada giusta. E la storia di san Simone Stock ci racconta proprio dell’importanza di saper scegliere e di sapersi affidare. Scegliere la protezione più efficace davanti ai marosi della vita, affidarsi all’amore infinito di chi ci accoglie e ci ama incondizionatamente. Un messaggio che per la tradizione è affidato all’immagine dello scapolare, lasciato in dono dalla Madonna nel 1251 a Stock. Fu durante un’apparizione che la Madre di Dio si mostrò al sesto priore dei Carmelitani, consegnandogli la promessa che chi fosse morto indossando quello scapolare sarebbe stato salvo. Un’immagine potente che ci ricorda come “indossare” la fede significhi non solo invocare il nome del Signore, ma anche diventare suoi testimoni agli occhi del mondo e quindi evangelizzatori. La biografia di Stock, in realtà, ci è giunta frammentata: nato attorno al 1165 nel Kent, da ragazzo aveva scelto il romitaggio, entrando nei Carmelitani dopo un viaggio in Terra Santa e verso il 1247 fu scelto come priore generale. Lavorò quindi a una riforma della regola, approvata poi nel 1251 da papa Innocenzo IV. Stock s’impegnò anche nella diffusione dell’Ordine e ancora oggi ne è considerato il protettore. Morì a Bordeaux nel 1265.
Altri santi. Santi Fiorenzo e Diocleziano, martiri; beato Michele Wozniak, sacerdote e martire (1875-1942).
Letture. Romano. At 16,22-34; Sal 137; Gv 16,5-11.
Ambrosiano. At 19,21-20,1b; Sal 148; Sal 148; Gv 14,1-6.
Bizantino. At 17,1-9; Gv 11,47-54.
t.me/santoavvenire
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: