Oggi che la lettura, la capacità e il desiderio di leggere, essendo in netto declino, costituiscono uno dei primi problemi della cultura, della scuola, della formazione, oggi ogni scritto, saggio e studio che riguardi l'atto di leggere è più prezioso e attraente che mai. Se poi l'autore che ne parla è Marcel Proust, il prosatore più elaborato e complesso del Novecento, l'autore del più vasto monumento all'arte di scrivere, allora si può essere certi di venire portati per mano nel cuore della questione. Il saggio proustiano Sulla lettura viene ora ripubblicato con testo francese a fronte dalle edizioni La Vita Felice (pagine 130, euro 9,50). Più che aver avuto seguaci e continuatori fra i romanzieri, Proust ha esercitato una profonda influenza soprattutto sui critici letterari, cioè sugli specialisti dell'arte di leggere, per esempio Leo Spitzer, Walter Benjamin, Giacomo Debenedetti. Parlando della lettura, Proust comincia subito a parlare dell'atto del leggere: ne ricorda, ne descrive, ne racconta le circostanze di tempo e di luogo: l'infanzia, le vacanze estive, o una mattina invernale. Leggere voleva dire desiderare di non essere interrotti dalle comuni attività o ritualità quotidiane e restare immersi in quella silenziosa solitudine, in quella particolarissima forma di comunicazione con un autore e con sé stessi che richiede attenzione passiva, capacità di accogliere, ascoltare, mentre le dimensioni della nostra vita mentale si allargano al di là, molto al di là della nostra vita personale. La smania attivistica di oggi, spinge tutti più a scrivere che a leggere, più a parlare che ad ascoltare. Si insegue la creatività e si dimentica quella fondamentale, fisiologica “creatività passiva” senza la quale non potremmo guardare un quadro, leggere un romanzo, ascoltare una sinfonia e neppure vedere un film. Il mondo di Proust è finito e i tempi rallentati, dilatati della sua vita agiata e della sua opera sterminata appaiono sempre più una sfida alla cosiddetta “comoda velocità” che domina la società attuale. È diventata oggi una sfida non solo leggere un libro, ma anche leggere con attenzione un articolo, un giornale. Ci si affretta, ci affrettiamo verso la distruzione del tempo e di molte altre cose. Per ribellarsi a questo mondo bisogna rallentare, fermarsi, assentarsi e chiedersi: perché oltre e non qui, non ora?
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