Guai a noi se considerassimo la fede “un dato acquisito”, un traguardo raggiunto, un patrimonio messo in cassaforte per sempre. Lo sperimentiamo tutti i giorni attorno a noi: nuove forme di “paganesimo” sono sempre pronte a prendere il posto del Vangelo nella vita quotidiana di tutti noi. Un fenomeno con il quale la Chiesa ha sempre dovuto fare i conti, come ben testimonia la vicenda di sant’Agostino di Canterbury, vissuto tra il VI e il VII secolo. Con determinazione, fiducia, umiltà e ascolto, infatti, Agostino affrontò la delicata missione affidatagli dal Papa: ridonare all’Inghilterra la fede cristiana dopo che l’invasione dei Sassoni aveva di fatto riportato il paganesimo. Quando Gregorio Magno gli chiese di partire per l’isola, Agostino era priore del monastero benedettino di Sant’Andrea sul Celio a Roma. Quando venne scelto come guida per i 40 monaci inviati a rievangelizzare le popolazioni della terra inglese era il 597. Lungo il viaggio i missionari di fermarono a Lérins in Francia e si spaventarono a sentire i racconti di ciò che li attendeva alla loro meta, ma il Papa insistette perché continuassero il viaggio. In Inghilterra vennero accolti da Etelberto, re di Kent che aveva sposato la cattolica Berta, di origine franca. Grazie alla testimonianza di Agostino, Etelberto si convertì, chiese il Battesimo e permise ai monaci di predicare in libertà. Agostino venne nominato arcivescovo e primate d’Inghilterra. Morì nel 604.
Altri santi. San Bruno di Würzburg, vescovo (XI sec.); san Gonzaga Gonza, martire (1886).
Letture. Romano. At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv 21,20-25.
Ambrosiano. Ct 7,13a-d.14;8,10c-d; Sal 44 (45); Rm 8,24-27; Gv 16,5-11.
Bizantino. 1Ts 4,13-17; Gv 21,14-25.
t.me/santoavvenire
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