Ho passato l’ultimo mese a fare la regia di un’opera lirica. In scena era prevista la presenza di un bambino che avesse tre o quattro anni. Ho avuto l’opportunità di vedere come il palcoscenico riesca magicamente ad aprire ai bimbi finestre su mondi diversi, di fargli esplorare realtà affascinanti e far immergere le loro giovani menti in un mare di sensazioni ed emozioni inaspettate. Ogni rappresentazione è diventata una porta segreta che li ha condotti a esperienze al di là della quotidianità. Un invito speciale, per loro, a esplorare l'infinita varietà di storie, persone e culture che colorano il nostro mondo. D’altra parte, la “colpa” del mio amore per il teatro è proprio dei miei maestri elementari, che hanno sempre annaffiato le nostre menti di ragazzini con la magìa della rappresentazione teatrale. Guardare le diverse “vite” sul palcoscenico per un bimbo è un viaggio straordinario, per mente e cuore: è come sfogliare le pagine di un libro inesplorato, dove ogni pagina svela un nuovo capitolo. I bambini, anche seduti in platea, diventano viaggiatori curiosi pronti a esplorare territori emotivi sconosciuti. Ogni spettacolo è un'opportunità per arricchire la loro esperienza di vita, un caleidoscopio di colori che dipinge la bellezza della diversità del mondo che li circonda. Attraverso le storie e le interpretazioni sceniche i bambini imparano a comprendere e accogliere le diversità, come parte della ricchezza dell'esistenza umana. L'educazione emozionale con le arti sceniche diventa uno specchio che incoraggia la riflessione su questioni importanti, stimola la curiosità e nutre la capacità di empatia. Attraverso la rappresentazione delle diversità i bambini imparano a riconoscere e rispettare le sfaccettature dell'umanità, costruendo ponti di comprensione. Il teatro ci insegna che la diversità può essere ricchezza e non distanza. Molti adulti avrebbero bisogno di ripetizioni, ma i corsi di teatro per fortuna non mancano.
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