«Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio...». Sulle fonti specializzate era una breve, su quelle generaliste una riga dentro i pezzi di avvicinamento alla visita a Lesbo, ma personalmente la notizia che papa Francesco ha portato un mazzo di fiori alla Salus Populi Romani, a Santa Maria Maggiore, per "rifugiarsi" sotto la protezione della Madre di Dio nel suo imminente viaggio tra i "rifugiati", non mi ha lasciato indifferente. Mi sono allora disposto a ricostruire i precedenti di questo suo gesto, pensando di dovermi far strada con pazienza e fatica nell'elefantiaca memoria della Rete. Invece mi è bastato interrogare con l'inequivocabile stringa "salus" il Sismografo, potente aggregatore di notizie religiose, per trovare tutte le informazioni che volevo raccogliere ( tinyurl.com/hr8ayff ).Quella dell'altro giorno è stata la trentaduesima visita e preghiera di intercessione di papa Bergoglio (tra pubbliche e private) a tale icona mariana. Accadde appena eletto vescovo di Roma. Poi, prima e dopo più o meno tutti i viaggi all'estero. A ogni festa dell'Immacolata. Inoltre la volle al centro della veglia di preghiera per la pace in Medio Oriente, nel 2013, mentre prima del Sinodo straordinario del 2014 le affidò l'assemblea. I suoi predecessori recenti non sono stati da meno, in particolare Giovanni Paolo II: ci andò anche lui ogni 8 dicembre e le affidò nientemeno che le Gmg.Come ha scritto una volta Sandro Magister ( tinyurl.com/gwdkuew ), un osservatore certamente non sospetto di bergogliolatria, «in essa il papa vede la fede del popolo di Dio che per secoli, in tutti i momenti di crisi, si è stretto attorno a questa icona per impetrare un segno di grazia dal cielo, perché ciò che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio». E io vedo, in questo affidamento di papa Francesco nei momenti che più gli stanno a cuore, un altro dei suoi esempi da imitare.
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