Il Male Minore stava facendo una bella camminata in montagna. La giornata era splendida e aveva deciso di prendersi un po' di tempo per sé. D'altra parte la sua attività quotidiana era intensa e frenetica: era chiamato in causa centinaia di migliaia di volte al giorno. E da lì decisioni da prendere, pilotando scelte e ragionamenti in nome di qualcosa che apparentemente era meno peggio di quello che poteva essere.
Il Male Minore viveva di una rendita che arrivava da lontano e lo sfamava ogni giorno con un vitalizio grondante ora di sangue, a volte di soprusi, spesso di vie di mezzo che non avevano nulla a che fare con la ragionevolezza. Ma lui, schivo e dietro le quinte delle persone, quel giorno aveva deciso di scalare una montagna e respirare a pieni polmoni aria buona. Così arrivò oltre quota duemila metri tra arbusti, ginepri e stelle alpine. «Finalmente un po' di pace, senza il telefono che squilla» pensò tra sé, con un sorriso sornione. Mentre si beava di questo pensiero scorse poco più avanti una figura che gli veniva incontro. «Buongiorno, visto che bella giornata?» disse con cortesia. «Buongiorno a lei, davvero incantevole. Piacere, sono il Bene Maggiore». Attimo di gelo. «Io il Male Minore...». I due si guardarono negli occhi per un minuto che sembrò un'eternità. «Mai avrei pensato di trovarti in un posto sperduto – esclamò il Bene Maggiore –. Di solito ti annidi con opportunismo nei pensieri delle persone. E sempre, o quasi, fai del tuo peggio. Ti faccio i complimenti di persona», gli disse stringendoli forzatamente la mano in modo beffardo. «Ti capisco, sai – replicò il Male Minore –. Tu non esisti, non ti nomina mai nessuno. Io, che ti piaccia o no, sono una star». «Contento tu! – replicò l'altro –. Chi ti sceglie scorda, spesso, di aver scelto comunque un male. Tu sei uno che vive con le disgrazie altrui e trova in te un palliativo, che non è mai la cura. Per fortuna ci sono molti che preferiscono avere una mente consapevole del giusto. Buona giornata».
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