Un'emergenza in casa: finito il sale grosso. Marito inviato al supermercato. Dieci minuti e telefona: “Il sale non c'è”. Io, fredda, spiego dove cercare. Lui non trova. Richiama. Finalmente un commesso, impietosito, lo aiuta.
Certi uomini si perdono, al supermercato. Naufraghi, chiedono indicazioni alle signore gentili. È un fatto generazionale: la mamma, proprio non gli ha insegnato. O forse è una strategia per farsi dire: lascia perdere, faccio io? Spesso, in effetti, sarebbe meglio. Prima volta del marito con la lavastoviglie: ci mise il detersivo per lavare i piatti a mano. Uno tsunami di schiuma dalla macchina, sotto ai miei occhi attoniti. Eppure, stamattina il naufrago mi fa tenerezza. Come farei, senza di lui? Trent'anni ad arrabbiarmi: dice che sono peggio del suo sergente, alla leva. Ma, senza, non saprei stare. Quest'estate una mattina era pallidissimo, sudato, in affanno. L'ambulanza è partita con la sirena accesa. Dall'ospedale chiuso per Covid mi hanno chiamato: è grave, operiamo. E io, mi sono sentita crollare. Capendo in un istante quanto davvero, ormai, siamo una cosa sola. Ora lo curo: iniezioni, controllo della glicemia. Sono inflessibile, come quel sergente. Ma un po' madre, adesso, anche sua. Forse questo è il segreto: volergli bene come ad un altro figlio. Antiquato, politicamente scorretto? Eppure, vero.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: