Ho già avuto modo di esprimere pubblicamente una mia predilezione per il salame felino tale da farmelo inserire, iperbolicamente, tra le prove dell’esistenza di Dio. Ma apprezzo quasi altrettanto anche il parmigiano reggiano. Con piacere misto a stupore mi ritrovo quest’ultimo oggetto di un recente post di Vittoria Traverso (italiana solo di nome) su “Aleteia” sia anglofono (tinyurl.com/22fz98r4) sia ispanofono (dunque rivolto a mezzo mondo), figlio di un più generico post su monasteri e formaggi uscito nel 2022 sull’edizione francofona (tinyurl.com/2w4x5anf ). L’enfasi è sui «monaci cattolici» quali inventori del parmigiano. Quando i nonni materni mi hanno iniziato al culto di tale formaggio non hanno accennato a questa origine, che probabilmente ignoravano; condividendo tale ignoranza ho temuto che la collega di “Aleteia” avesse confezionato la notizia con un eccesso di apologetica. Invece i suoi post dichiarano che la fonte a cui ha attinto, e dalla quale quasi totalmente dipendono, è un post firmato diverso tempo fa da Riccardo De Vecchis (comunicatore digitale enogastronomico) nella sezione “Blog ed Eventi” del sito di un grande caseificio con stabilimenti nelle province di Modena e Reggio Emilia. Una semplice ricerca su Google riporta gli stessi dati su varie altre fonti, compresa quella “ufficiale” del Consorzio che tutela il marchio. Si narra dunque che i benedettini (e i cistercensi) emiliani, intorno al XII-XIII secolo, appresero dai confratelli cluniacensi a trasformare anche il latte bovino, oltre a quello di pecora e di capra, in un formaggio capace di conservarsi a lungo, e che di tale produzione, molto apprezzata, detennero il monopolio europeo sino al Quattrocento. Con l’età moderna inizia una sorta di secolarizzazione anche del parmigiano, che procede inesorabile fino ai giorni nostri insieme alle varie iniziative di brandizzazione. Ma qui la Traverso conclude il suo post con una citazione d’autore (abbastanza popolare nella Rete italofona tinyurl.com/54c95bat) che mi riporta sia alle origini monastiche del formaggio sia alle mie prime righe: «A fissare con una fortissima lente d’ingrandimento la grana del parmigiano, essa si rivela (...) addirittura come un panorama. È una foto aerea dell’Emilia presa da un’altezza pari a quella del Padreterno» (G. Guareschi).
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