venerdì 30 gennaio 2004
Era uno di quei pignoli che, vedendo fuori della finestra un temporale, dicono: «Pare che piova», nell'eventualità che invece qualcuno stia buttando giù acqua dal tetto. Chi ama i gialli classici conosce certamente Dashiell Hammett (1894-1961), l'inventore del "duro" Sam Spade, l'autore del Falcone maltese, divenuto anche un famoso film di John Houston con Humphrey Bogart. Sto ora leggendo un suo romanzo, La grande rapina, e trovo questo ritratto del pignolo. Penso che tutti nella vita abbiano incontrato uno di questi personaggi, implacabili nella precisione, insopportabili nella puntualizzazione, noiosi fino allo svenimento. Eppure il pignolo ha una sua lezione da insegnarci (fermo restando che la pedanteria, soprattutto burocratica, è un vizio che colpisce gli altri senza pietà). Infatti, ai nostri giorni la faciloneria, la superficialità, il pressappochismo sono diventati un'insegna inalberata in quasi tutta la comunicazione. Quante volte leggendo un articolo di tema religioso su un giornale mi stupisco per la serena ignoranza o per l'approssimazione senza resipiscenze dell'autore di quel testo. E mi viene il sospetto che anche altri articoli su argomenti che ignoro siano da prendere con le molle. A me per primo, perciò, e a tutti consiglio il ritorno alla ricerca meticolosa e minuziosa, allo scrupolo per la verità, al puntiglio nella verifica, prima di correre il rischio di parlare a vanvera. Certo, non si deve essere così gretti e rigoristi come il personaggio di Hammett, ma un fondo di rigore e di accuratezza non deve mai venire meno, come necessario antidoto alla dominante sciatteria e negligenza mentale.
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