Sono buon amico di Gualtiero Marchesi, il cuoco storico, che ha inventato "il piatto del mondo": del riso alla portata di tutti con sopra una lamina d'oro, frequentato da pochi. Gualtiero, come è noto, rifiuta l'appellativo di chef, che vuol dire capo ma non si sa di che. Oggi ci sono una cinquantina di trasmissioni di cucina sulle varie reti televisive e nelle più improbabili fasce orarie. Migliaia di ragazzi si iscrivono a scuole alberghiere che qualche anno fa avrebbero evitato, mentre nelle università le facoltà di filosofia vanno deserte. Cosa è successo? Intanto che le librerie chiudono i battenti per mancanza di acquirenti, gli unici libri che vanno a ruba sono quelli di cucina. Credo che nello sviluppo psichico, che fa passare l'essere umano dalla fase orale a quelle successive, ora siamo di fronte ad una regressione sulla prima tappa o ad una fissazione su di essa, senza che i passaggi ulteriori avvengano mai. Mi viene da paragonare questa situazione a quella che accadde nel 1600 in Olanda. Preso, il popolo intero, da una tulipanomania, per entrare in possesso di un bulbo di qualche singolarità, le famiglie erano disposte anche a rovinarsi economicamente, al punto che un tulipano poteva avere il costo di tutta una casa. Sono casi analoghi?
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