Ti indico la via della sapienza; ti guido per i sentieri della rettitudine (Pr 4,11).
Dicono che la vita sia una corsa, un treno veloce che si acchiappa al volo. Bisogna correre, correre; fermarsi è da falliti. Dicono che la storia sia dei vincenti, i primi posti per i migliori e per acchiapparli devi correre, correre, e ancora correre. Poco importa se nella corsa ti perdi qualcosa, irrilevante abbandonare per strada inutili ingombri: amicizie vere, solidarietà, gli occhi dei figli, le carezze degli innamorati. Corri, che ti interessa della tenerezza da spartire, della compagnia dei giusti, di chiamare qualcuno fratello e sentirsi tale? Corri, non ti fermare, il successo è garantito a chi non si lascia turbare dalla coscienza, da chi non ritiene necessario fare i conti con la meta. Dicono che la vita vada vissuta correndo: la corsa è la sua ragione, la strada va mangiata come un boccone, poco importa se se ne perde il sapore. Non ti fermare, non perdere di vista l'obiettivo, diventa signore della gara e sarai felice. Ma la via, quella vera, quella giusta, è il sentiero di compassione, spartizione di senso, comprensione di luce. Il passo adatto per tracciare il percorso è la rettitudine, la vittoria è per chi pratica la giustizia. Corri da solo e perdi sicuro, il Signore è la meta per chi fratello con i fratelli condivide il tracciato.
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