Circola da tre giorni "Il video del Papa" di febbraio, l'intenzione mensile di preghiera che Francesco affida, dal 2016, all'infosfera ecclesiale attraverso la "Rete mondiale di preghiera del Papa" ( bit.ly/3on4TVN ), e che spesso ho commentato qui. È – mi pare – la prima volta che attira un interesse mediatico paragonabile a quello che Francesco suscita quando si esprime attraverso le forme tradizionali del magistero (documenti, discorsi, omelie) o mediante quelle tradizionali della comunicazione giornalistica, come le interviste e le conferenze stampa durante i viaggi in aereo. Il motivo è che, prima di invitare noi a pregare «per le religiose e le consacrate, ringraziandole per la loro missione e il loro coraggio, affinché continuino a trovare nuove risposte di fronte alle sfide del nostro tempo», il Papa non manca di invitare loro «a lottare quando, in alcuni casi, vengono trattate ingiustamente, anche all'interno della Chiesa; quando il loro servizio, che è tanto grande, viene ridotto a servitù. E a volte da uomini di Chiesa». Non credo però che il segreto del video, che attraverso i vari canali e nelle diverse lingue sta ottenendo un numero di visualizzazioni maggiore della media delle precedenti videointenzioni di preghiera, stia solo in questa ferma autocritica sui rapporti tra i chierici e le consacrate. Mi pare piuttosto che tale segreto risieda nell'intero testo di Francesco, che in questo video, diversamente dai precedenti, è più lungo e decisamente in primo piano rispetto alle immagini. In esso emerge chiara la consapevolezza della centralità ecclesiale delle religiose e delle consacrate, con l'esortazione al lavoro con gli emarginati e la fiducia nella testimonianza che offrono «soprattutto» con la scelta della consacrazione, oltre che attraverso le opere apostoliche. «Non si può capire la Chiesa senza di loro», dice all'inizio, e alla fine, dopo l'intenzione di preghiera: «Grazie per quello che siete, per ciò che fate e per come lo fate».
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: