La densità delle parole e dei gesti compiuti da papa Bergoglio nella settimana esatta (compresi i tre lunghi trasferimenti aerei) che ha trascorso in Asia mi ha suggerito di interrogare i miei aiutanti robot e i miei appunti manoscritti, per sapere qualcosa di più della Rete che si nutre delle “storie di Francesco”.Per prima cosa ho appreso che chi avesse scrollato sul web, dalla mezzanotte di martedì 13 alla stessa ora di lunedì 19 gennaio, le principali fonti italiane di informazione ecclesiale avrebbe avuto il 44,5% di possibilità di incontrare il Papa in viaggio. Un predominio informativo paragonabile a quello esercitato, non molti giorni fa, dagli attentati di Parigi.Le fonti che sono risultate maggiormente attive, dividendosi in parti più o meno uguali i tre quarti di quei link, sono state i siti di Korazym, di Famiglia Cristiana e di Vatican Insider, quest'ultimo in assoluto il più ricco di informazioni. Nel restante quarto di link, da segnalare l'interesse prevalentemente ma non esclusivamente ostile alla trasferta del Papa dei blogger difensori della “Chiesa di sempre”, e quello decisamente empatico dei loro colleghi che la vorrebbero “semper reformanda”.Un'ultima parola, non del tutto ottimistica, su quali dei singoli “lanci” hanno riscosso il più alto interesse dei naviganti ecclesiali. Dice il mio robot che i siti maggiori hanno ottenuto 5 volte più visite della media quando hanno riferito dei due incontri del Papa con i giornalisti in aereo. C'è qui una sopravvalutazione, da parte dell'opinione pubblica, che non credo godrebbe dell'assenso di Francesco. Il quale sarebbe invece certamente felice di sapere che la stessa moltiplicazione di accessi è avvenuta quando (servizio di Andrea Tornielli, http://tinyurl.com/kp279w7), durante l'incontro con i giovani universitari a Manila, ha tratto un insegnamento dalla sua stessa commozione: «Impariamo a piangere di fronte ai bambini abusati».
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